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Avventure di una mamma blogger


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Raspberry Sorbet per il Club del 27

C’è nella poesia un particolare tipo di componimento, breve, ispirato alla natura e con una metrica tutta sua, che si chiama haiku, nasce in Giappone molti secoli fa, ma come tutta la poesia, è immortale. Tre versi di cinque, sette e cinque sillabe ciascuno, che per la lingua giapponese diventano onji (per questo motivo in lingua giapponese ogni componimento di haiku contiene 17 onji).

Matsuo Basho (1644-1694) fu il “sommo poeta giapponese” di questo genere letterario.

Il suo pseudonimo è riferito ad un albero di banano –basho– che aveva piantato nel suo giardino.

Prima di lasciarvi la ricetta di oggi, vi trascrivo uno haiku di Matsuo Basho,

kono atari/me ni miyuru mono wa/mina suzushi

qui/raggiungono il mio occhio/solo cose fresche.

Sorbetto di lamponi da NO-bake desserts di Addie Gundry

  • 450 g circa di lamponi
  • 60 ml circa di latte condensato

Unite latte e lamponi all’interno di un frullatore e frullate fino ad ottenere un composto omogeneo.

Trasferite in un contenitore a chiusura ermetica e congelate quattro ore

Togliete dal freezer e suddividete in quattro porzioni (usate le ciotoline più colorate che avete)

Ho scelto questa ricetta per voi e partecipo al Club del 27 di Maggio la mia tessera n.100 .


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Plăcintă cu mere, una versione senza glutine per il Redone di Aprile, parte II

Non amo le mele sin da piccola, però amo le noci e c’è, nella mia infanzia, un ricordo bellissimo, chiuso dentro la stanza delle noci, dove cassette e cassette di noci ancora verdi venivano conservate per la maturazione. Inutile dire che ero diventata esperta nell’intrufolarmi in quella soffitta e riempirmi gli occhi di quel verde e di quel profumo magico…e, ovviamente, sbucciare quei malli, rompere i gusci ancora teneri e…avete capito: mangiavo le noci prima che maturassero! un po’ come quell’immagine gucciniana dell’uva mangiata al filare…più o meno così, ma io avevo le noci.

Altri tempi.

Quando ho visto questa ricetta, tratta da Tava di Irina Georgescu, ho iniziato a immaginarne la versione senza glutine e dapprima mi è sembrata un’impresa impossibile, poi è cresciuto il desiderio di affrontare questa sfida ed eccomi qui, a leccarmi i baffi. Si tratta della “Plăcintă cu mere”, un dolce ripieno dall’origine molto antica, attualmente la regione di provenienza coincide con la Romania, un tempo Dacia, e viaggiava insieme agli eserciti, un po’ come lo strudel, probabilmente (ma questa è una mia supposizione).

Ho fretta di lasciarvi per filo e per segno ingredienti e procedura, perché sono sicura che vi conquisterà (ho cambiato solo la farina per la versione senza glutine, in originale non lo è, non complicatevi la vita se non avete esigenze speciali di allergie). Partecipo di nuovo al Redone di Aprile, perché mi siete mancati.

Ingredienti per 8 persone

(traduzione da Tava a cura di Biagio D’Angelo)

200 g di clotted cream o “caimac” (un tipo di crème fraîche tipicamente romeno)

100 g di crème fraîche

15 g di burro non salato, ammorbidito

50 g di zucchero semolato (superfino).

1 cucchiaino di pasta di semi di vaniglia

300 g di farina 00*

1 cucchiaio di acqua fredda

zucchero a velo, per spolverare

Per il ripieno

550–600 g di mele (come per esempio le Granny Smith), grattugiate

80 g di zucchero semolato (superfino).

succo di 1 limone

50 g di noci tritate

2 cucchiaini di cannella in polvere

Metodo 

Per preparare l’impasto, unire la clotted cream, la crème fraîche e il burro in una terrina con lo zucchero e la vaniglia.

Usando una forchetta, unirvi la farina in due volte, aggiungere l’acqua, quindi usando le mani cercare di compattare l’impasto. All’inizio potrebbe sembrare un po’ asciutto, ma basta trasferirlo su un piano di lavoro e impastarlo ancora un po’ leggermente fino a ottenere una palla. Anche se non sembra troppo liscio, rimetterlo nella ciotola, coprire con un canovaccio e lasciare riposare per 30 minuti (in frigorifero se la cucina è calda).

Preriscaldare il forno a 180°C. Ungere e foderare la base di una teglia antiaderente 18 x 24 cm con almeno 6 cm di profondità.

Per fare il ripieno mettere le mele grattugiate in una ciotola, spolverare con metà dello zucchero, aggiungere il succo di limone e tenere da parte.

Dividere a metà la palla di pasta e stenderne una metà sulla teglia, seguendone la forma. Schiacciare uniformemente l’impasto nello stampo con le dita, bucherellarlo dappertutto con una forchetta, quindi cospargere con le noci.

Spremere quanto più succo possibile dalle mele grattugiate, eliminando il liquido. Distribuire uniformemente le mele sopra le noci, quindi cospargere con lo zucchero rimanente e la cannella in polvere. Stendere l’altra metà dell’impasto della dimensione dello stampo e adagiarla sopra la torta per coprirla.

Cuocere sulla griglia inferiore del forno per 45 minuti, coprendo la parte superiore con un foglio di carta da cucina se diventa troppo scuro.

Lasciar raffreddare nello stampo coperto da un canovaccio pulito.

Tagliare a fette appena tiepido, spolverare con zucchero a velo e servire.

NOTE

*per la versione gluten free ho utilizzato il Mix it Universale Schar, ma avrei dovuto usarne di meno per il fatto che la mia teglia è più piccola di quella consigliata, perciò la “sfoglia” risulta più spessa.

Non vi racconto le peripezie per riuscire a stendere l’impasto senza glutine, ripagate solo dalla soddisfazione di un risultato insperato, tanto “croccante” da non far rimpiangere le versioni originali, ve lo giuro.

Non dimenticate l’acqua fredda, altrimenti la magia si perde.

Ed esagerate pure con la cannella se vi va.

Tempi e temperature sono stati decisamente perfetti, anche per la mia versione.

la ricetta è assolutamente

PROMOSSA


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WHIPPED YOGHURT WITH ROASTED STRAWBERRIES AND PEANUT FUDGE SAUCE per il Redone di Aprile

Grazie a Mrs. Stefania ho un’altra ricetta furba, proveniente da Mezcla di Ixta Belfrage e la propongo per il Redone di Aprile, dopo un periodo di assenza in cui son successe tante cose, non tutte bellissime, ma oggi è Pasqua e non v’è spazio per la tristezza.

Invece c’è spazio – sicuramente- per uno snack furbo e godurioso, perché non di solo uovo pasquale si può vivere oggi, ma di ogni dolcezza che viene dallo scrigno prezioso dello Starbook, il blog più bello del web, al cui richiamo non si può resistere.

Insomma, sono tornata!

WHIPPED YOGHURT WITH ROASTED STRAWBERRIES AND PEANUT FUDGE SAUCE

da Mezcla di Ixta Belfrageper

4 porzioni

per le fragole arrostite
300g di fragole molto mature (le più grandi tagliate in 4, le più piccole a metà)oppure surgelate
50 g di zucchero semolato
1/2 lime
2 bastoncini di cannella, spezzati

per lo yogurt montato
150 g di mascarpone freddo di frigo
200 g di yogurt bianco non zuccherato, freddo di frigo
1/2 cucchiaino di pasta di vaniglia
un cucchiaio di sciroppo d’acero

per la salsa
50g di burro di arachidi (liscio, non quello con i pezzettini)
15g di cacao amaro in polvere
75g di sciroppo d’acero
un cucchiaino di salsa di soia (oppure tamari)
un cucchiaio e mezzo d’acqua

Preriscaldare il forno a 220 gradi.
Mettere tutti gli ingredienti per le fragole arrostite in una teglia che le contenga in un unico strato, senza che si sovrappongano. Cuocerle per 20 minuti, mescolandole dopo 10, o finché saranno morbidissimi e avranno prodotto uno sciroppo dal colore intenso. Lasciare da parte.

Mettere mascarpone, yogurt, vaniglia e sciroppo d’acero in una ciotola e mescolare vigorosamente finché il tutto sarà ben amalgamato. Mettere in frigo fino al momento di servire.

Per la salsa, mescolare tutti gli ingredienti finché si otterrà un composto liscio. Potrebbe essere necessario aggiungere più acqua o più sciroppo d’acero a seconda della consistenza del proprio burro di arachidi, per ottenere una salsa liscia e densa.

Suddividere il composto di yogurt in bicchieri individuali, dividere le fragole sulle porzioni e completare con la salsa.

NOTE MIE

-Per una come me, convinta che la cucina sia un po’ come la magia e che non c’è Maillard che tenga (mettete i puntini sulla a) ,vedere arrostire le fragole nel forno è stato un momento di estasi non indifferente, un’esperienza che dovete solo provare, non posso descriverla.

– La salsa al cioccolato con il twist di quella di soia è un regalo fantastico alla combinazione alchemica di questi ingredienti. Lo confesso, c’è poco burro di arachidi rispetto a quello richiesto, ma chi se ne importa, funziona benissimo ugualmente.

-Anche se ho dovuto utilizzare la vaniglia in estratto liquido, non me ne pento neanche un po’. Questo dessert super veloce e super d’effetto va bene a qualsiasi ora. L’ho offerto dopo una serata pizza e a colazione, prima del caffè, insomma va bene sempre.

-Piace a grandi e piccini.

LA RICETTA e’ PROMOSSA


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I miei brownie bites al Kahlùa e cioccolato per il Club del 27

Cioccolato e caffè penso che siano due alimenti senza i quali non potrei vivere e non vorrei essere costretta a sceglierne solo uno dei due, così, quando ci è stato proposto The chocolate addict’s baking book, non ho esitato a provare questa ricetta e proporla per il Club del 27 di Febbraio! Sono qui con qualche giorno di ritardo sulla tabella i marcia, ma non potevo perdere l’appuntamento. Ecco la mia versione gluten free di questi “morsi” di bontà, davvero speciali.

Per circa 20 pezzi

  • Spray antiaderente (se usate i pirottini di carta, non ne avrete bisogno)
  • 226 g di burro non salato, fuso
  • 200 g di zucchero di canna
  • 100 g di zucchero bianco semolato
  • 4 uova grandi
  • 120 ml di Kahlùa
  • 10 ml di estratto di vaniglia
  • 203 g di farina universale (per me un mix senza glutine)
  • 85 g di cioccolato amaro in polvere
  • 4 g di espresso in polvere
  • 1 cucchiaino di sale

Preriscaldate il vostro orno a 175°C. Preparate gli stampi per muffin ungendo con lo spray (oppure inserendo i pirottini di carta, come ho fatto io)

In una ciotola capiente, mescolate, burro zucchero, uova liquore e vaniglia per almeno 1 minuto

Successivamente, aggiungete la farina, il cioccolato amaro in polvere, la polvere di espresso ed il sale, mescolando per un altro minuto.

Riempite gli stampi per muffin per tre quarti ciascuno con l’impasto ottenuto. Fate cuocere per 15-17 minuti, non superare i tempi di cottura per evitare che rinsecchiscano. Devono rimanere morbidi.


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Carrot Mug Cake per il Club del 27

Come passa il tempo! Solo ieri le luci natalizie riempivano le strade e le case, ora siamo a fine gennaio di un nuovo anno e questo primo mese è volato letteralmente, tra impegni lavorativi e nuovi propositi! Per fortuna il Club del 27 porta il tempo sul mio Blog, la mia personale valvolina di sfogo. Ma Gennaio è anche il mese dedicato al vegan. Sicuramente avrete lettola parola Veganuary sui Social e nelle vostre newsletter, o no? Beh, noi siamo qui pronti a farvi recuperare la lacuna oppure darvi gli ultimi spunti.

Io penso che anche i non vegani dovrebbero, ogni tanto, diminuire il consumo di carne per una scelta di ecosostenibilità, perciò vi invito a provare le nostre ricette e lo stile vegano un paio di volte al mese, che ne dite?

Per voi ho scelto un dolcino super veloce, una torta in tazza alle carote e uvetta che si prepara in due minuti nel microonde, pronti?

Carrot Mug Cake

  • 4 cucchiai di farina auto-lievitante (per noi glutenfree)
  • 2 cucchiai di zucchero semolato
  • una presa di cannella
  • una presa di noce moscata
  • 1/2 carota grattugiatafinemente
  • 1 cucchiaino di uvetta
  • 4 cucchiai di latte di soiaaromatizzato
  • 1 cucchiaio di olio di girasole
  • 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
  • 1 cucchiaio colmo di formaggio spalmabile vegano
  • 2 cucchiaini di zucchero a velo confezionato

PROCEDIMENTO

  1. mescolate farina, zucchero e spezie dentro una tazza da miccroonde
  2. aggiungete la carota e l’uvetta sultanina fino a ricoprirle bene nella farina
  3. versate il latte di soia, l’olio e la vaniglia mescolando per ottenere un impasto denso, assicurandovi di inglobare ogni parte di ingredienti secchi rimasti sul fondo della tazza.
  4. Inserite la tazza nel microonde e fate cuocere per un paio di minuti al massimo della potenza
  5. Nel frattempo, lavorate il formaggio con lo zucchero a velo, un cucchiaino alla volta.
  6. con delicatezza, togliete la tazza dal microonde e lasciate riposare un minuto. Ricoprite col frosting al formaggio e mangiate

Con la tessera n. 100 partecipo al Veganuary del Club del 27


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Fudge al cioccolato bianco e frutta per il Club del 27

Potreste obiettare che oggi non siamo al 27 del mese e avreste ragione, ma insieme a Ilaria e gli altri soci di questo bel Club, abbiamo pensato di aspettarci tutti per l’ultimo appuntamento dell’anno e regalarvi, così, una pioggia di dolci tentazioni natalizie, nel bel mezzo dell’Avvento. Ci perdonerete?? Penso proprio di sì.

E BUONE FESTE!!!

Ecco cosa ho scelto per voi:

White chocolate, fruit & nut fudge

Ingredienti

340 g di cioccolato bianco

100 g di mandorle a lamelle

134 g di pistacchi non salati

134 g di albicocche denocciolate

150 g di latte condensato

Estratto liquido di vaniglia qb

1 Ungere e foderare una teglia quadrata per dolci 22×22 cm e mettere da parte

2 Sciogliere a bagnomaria il cioccolato insieme al latte condensato per almeno 5 minuti

3 Rimuovere dal fuoco e aggiungere l’estratto di vaniglia

4 Versare parte della frutta secca nel composto e mescolare

5 Trasferire nella teglia preparata precedentemente

6 Cospargere con la restante frutta secca e refrigerare per almeno 4 ore

7 Per servire, togliere dalla teglia sollevando la carta forno dai bordi e tagliare a cubetti con un coltello dopo averlo scaldato


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Tiramisu per lo Starbooks di Novembre

Mi sono resa conto che negli ultimi mesi il tempo è volato, ma ci sono degli appuntamenti così cari e rinnovatori che è difficile abbandonare, uno di questi è senz’altro il Redone delle amiche dello Starbooks. Quindi sono qui, inchiodata ad un tavolino, armata solo di cellulare e ricordi, intenta a scegliere la ricetta da proporvi. Eccola, in tutta la sua disarmante semplicità: un tiramisù nel ramequin, dalle pagine di Pinch of Nom, un libro che non abbiamo particolarmente apprezzato, ma che ci ha regalato qualche chicca. E questa ricetta lo è. Nella prudenza che deve sempre accompagnare indicazioni in merito alla nostra salute, siamo sempre state d’accordo nel non addentrarci troppo in temi caldi quali “consigli per persone diabetiche, intolleranti etc ” ma sicuramente con la leggerezza che «non è superficialità » ho proposto questo tentativo ipocalorico a tutte quelle persone che negli anni ho aiutato a star meglio. Perciò torno anche qui a riproporlo, senza pretesa alcuna.

Sperovi piaccia!

Ingredienti

150 g di ricotta

2 cucchiaini di pasta o estratto di vaniglia

2 cucchiaini di dolcificante granulare

8 savoiardi (per me senza glutine), ciascuno spezzato in 3 pezzi

100 ml di espresso forte, raffreddato

1 cucchiaio di cacao in polvere

In una ciotola mettete la ricotta, la pasta (o l’essenza) di vaniglia e il dolcificante granulato e mescolate fino ad ottenere un composto omogeneo.Mettere i tre pezzi di un savoiardo nella base di quattro ramequins da 125 ml. Aggiungere un paio di cucchiaini di caffè espresso in ogni stampino e schiacciare i savoiardi fino a coprire la base degli stampini. Ricoprite questo strato con uno strato di composto di ricotta, quindi aggiungete altri tre savoiardi, posizionandoli verso i bordi dello stampo. Non è necessario schiacciarli.Aggiungere un altro filo di caffè espresso e ricoprire con il restante composto di ricotta. Mettere il cacao in polvere con un setaccio e spolverizzarlo generosamente su ogni tiramisù150 g di ricotta2 cucchiaini di pasta o estratto di vaniglia2 cucchiaini di dolcificante granulare8 savoiardi, ciascuno spezzato in 3 pezzi100 ml di espresso forte, raffreddato1 cucchiaio di cacao in polvereIn una ciotola mettete la ricotta, la pasta (o l’essenza) di vaniglia e il dolcificante granulato e mescolate fino ad ottenere un composto omogeneo.Mettere i tre pezzi di un savoiardo nella base di quattro ramequins da 125 ml. Aggiungere un paio di cucchiaini di caffè espresso in ogni stampino e schiacciare i savoiardi fino a coprire la base degli stampini. Ricoprite questo strato con uno strato di composto di ricotta, quindi aggiungete altri tre savoiardi, posizionandoli verso i bordi dello stampo. Non è necessario schiacciarli.Aggiungere un altro filo di caffè espresso e ricoprire con il restante composto di ricotta. Mettere il cacao in polvere con un setaccio e spolverizzarlo generosamente su ogni tiramisù.

Raffreddare 10 minuti prima di servire.

Note

Senza dubbio questa è una ricetta di facile esecuzione e versatilità che, per esigenze speciali ho realizzato utilizzando ingredienti senza glutine.

Ho apprezzato la presenza della ricotta, perché la ritengo effettivamente una valida alternativa alla classica e più calorica crema al mascarpone e uova.

Sul dolcificante granulare ho qualche riserva personale, forse avrei gradito del miele, che lega davvero bene con la ricotta, ma questa scelta delle autrici non toglie nulla alla bontà della ricetta e al proposito benevolo della sua creazione, perciò mi sento di promuoverla e consigliarla.

p.s. questo libro è sul mio scaffale😉

la ricetta è *PROMOSSA*


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Spiced Lentil Stew per il Club del 27

Jemie Oliver non ha bisogno di grandi presentazioni. Con la sua bravura e simpatia è entrato nelle nostre cucine e ci ha regalato ricette vincenti, anche con pochi ingredienti e alta velocità. Per il Club del 27 questo mese ho scelto da One una ricetta a base di lenticchie rosse che è diventata il mio comfort food. Ne ho preparata una quantità bastante per almeno tre o quattro cene da sola, quando, rientrando in tarda sera dal lavoro non avrò voglia di stare ai fornelli e mi basterà scongelare. Ve la consiglio!

  • 500 g di un battuto di cipolle, carote e sedano
  • 8 cm di zenzero fresco
  • 8 spicchi d’aglio
  • 3 cucchiai di curry indiano
  • 2 cucchiai di chutney di mango
  • 1 kg di lenticchie rosse
  • 2×690 g di vasetti di conserva di pomodoro
  • 2×400 lattine di latte di cocco senza zuccheri aggiunti

In una pentola capiente, su fuoco medio, scaldate un cucchiaio di olio d’oliva e lasciate soffriggere il battuto. Dopo 10 minuti, mescolando regolarmente, pulite e grattugiate lo zenzero e ugualmente l’aglio. aggiungete il curry e soffriggete altri 5 minuti. Versate il chutney, le lenticchie, la passata e una uguale quantità d’acqua. Portate a bollore e cuocete per altri 40 minuti.

Alla fine aggiungete il latte di cocco e regolate di sale. Consumate al momento ma potrete congelare il resto.


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Pretzels and Beer Cheese per il Club del 27

La morsa del caldo afoso si fa ormai sentire da diverse settimane. Il favonio campeggia come un ospite indesiderato ma che non puoi mandar via. Ma niente e nessuno ferma la squadra del Club del 27, che oggi vi propone una selezione accurata di ricette da BIG DIPS.

Davanti ai Pretzel non ho saputo resistere, anche perché li trovo pure senza glutine.

Ma il dip al formaggio ho voluto realizzarlo con una birra con glutine, perché il mio piccolo celiaco di casa non lo gusta e non sa cosa si perde. Invece, quando crescerà e vorrà la birra, vi ricordo che ne esistono di diverse anche senza glutine. Ma ora andiamo a vedere come realizzare questo semplicissimo dip!

Ingredienti per tre porzioni

1 confezione di formaggio spalmabile a temperatura ambiente

2 spicchi d’aglio schiacciati

1 cucchiaino di aneto fresco

1 cucchiaino di prezzemolo fresco

1 cucchiaino di succo di limone fresco

1/2 cucchiaino di sale

75 ml di birra scura (Guinness, Corona o Plsener)

83 g di Cheddar grattugiato

83 g di Svizzero grattugiato

150 g di Pretzels (senza glutine li trovate a marchio Schar)

In una ciotola unisci il formaggio spalmabile, le erbette, il succo di limone, il sale, il pepe e la birra. Mescola con un frullatore finché non sarà tutto ben amalgamato. Trasferisci nelle ciotole per il servizio insieme a dei Pretzels sbriciolati.


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EGYPTIAN RED LENTIL SOUP per il REDONE di Giugno

Questo piatto nasce da un viaggio dell’autrice lungo il Nilo.

Si tratta di una ricetta di famiglia, preparata e offerta in segno di ospitalità per far sentire a casa i forestieri di passaggio.

La lenticchia rossa decorticata è davvero gustosa, ho scelto di preparare questa zuppa, sebbene siamo alle porte dell’estate, perché volevo sperimentarne l’impatto se servita a freddo e proporla così a qualche amica di ritorno per la pausa estiva nelle cene in terrazza che già sto immaginando di organizzare.

Si tratta di un piatto molto speziato e colorato.

Il rosso di questo legume mi ha ricordato che noi donne castane siamo ossessionate dalla ricerca di un colore che resti marrone quanto più a lungo possibile, senza virare a questo rosso che sta bene solo a Rita Hayworth, mentre a noi castane fa paura.

Perciò, per allontanare questo pericolo, è meglio mangiarlo che ritrovarselo in testa come variante del castano.

E poi mi ha ricordato anche una frase letta tempo fa, scritta da un alunno di quarta elementare nel 1954 “ieri è venuta la signorina di supplenza che è molto buona, pasiente e ha i capelli lunghi e rossi che sembra Rita Eivort, però non è lei” (da Sposerò il primo banco a destra, TEA 1995)…

Insomma, trovate anche voi un motivo per provare questa zuppa, vi sorprenderà anche fredda e, in qualche modo, allontanerà qualsiasi paura! Io la propongo per il Redone di giugno e vi auguro buone vacanze.

EGYPTIAN RED LENTIL SOUP

Da: Claudia Roden – Med

(Trad. A cura di Maria Pia Bruscia)

Per 6-8 persone

1 grossa cipolla tritata

1 carota finemente tritata

4 o 5 spicchi d’aglio finemente tritati

3 cucchiai* di olio extravergine di oliva

300 g di lenticchie rosse decorticate

2 l di brodo di pollo o vegetale

1,5 – 2 cucchiaini* di cumino in polvere

1,5 cucchiaini* di coriandolo in polvere

1 bel pizzico di peperoncino di Aleppo (facoltativo)

Succo di 1 limone

Sale e pepe nero di mulinello

*misurini americani rasi. 1 cucchiaio = 15 ml, 1 cucchiaino = 5 ml, etc.

Ammorbidire la cipolla, la carota e l’aglio su fuoco dolce in una grossa pentola, per 10 minuti circa. Unire le lenticchie e il brodo, portare a bollore e schiumare. Far sobbollire per 30-40 minuti, finché le lenticchie si siano spappolate.

Inserire il cumino, il coriandolo, il peperoncino di Aleppo se lo si usa e il succo di limone, e insaporire con sale e pepe. Far sobbollire per altri 5 minuti. La zuppa non deve essere troppo densa; se ce ne fosse bisogno, aggiungere un po’ d’acqua e riportare a bollore. 

Servire calda.

OSSERVAZIONI

-Questa ricetta è di facile preparazione e le spezie proposte sono ormai facilmente reperibili, ma se non le amate vi sconsiglio di usarle in abbinamento. Cumino e coriandolo insieme non piacciono a tutti, però se ben equilibrate, come tutte le spezie, lavorano benissimo in tandem.

– Il limone è insostituibile secondo me, dona molta freschezza, soprattutto nel caso, come me, deciderete di servirla fredda o, comunque a temperatura ambiente.

-Una nota penso che meriti il brodo. Intanto, inizio col dire che molto spesso questi autori, da Nigella in poi, compresa la Roden, non danno particolare importanza a come questo brodo debba essere preparato, o non sempre, suggerendo spesso l’utilizzo del brodo di dado. Inizialmente ero scandalizzata da questo tipo di scelta, poi col tempo ho capito che è una scelta trasversale, forse figlia dei tempi. Non la sposo, ma neppure la condanno. Nella fattispecie, secondo me in questo caso meglio optare per un brodo vegetale e qui può andar bene anche il dado. (E’ un consiglio che non do a cuor leggero).

Nel caso preferiate quello di pollo, però, preparatelo a regola d’arte. Al di là di tutto, questa zuppa è talmente buona che dimenticherò di aver usato il dado vegetale anch’io e ve la consiglio senza rimorsi.

La domanda cui non so rispondere è: a Rita Hayworth sarebbe piaciuta?

RICETTA PROMOSSA