Non sono esattamente una brava cuoca e ogni volta che metto tutta me stessa nella preparazione di una nuova ricetta,
qualcosa va storto…non ho l’ingrediente giusto, sostituisco a mio piacere e termino la cottura in microonde.
Ieri sera rivedo casualmente The Ramen girl e presto questa volta un po’ più di attenzione alle scene, ai dialoghi (con sottotitoli)…
senza dubbio un film leggero senza introspezioni psicologiche o simili, eppure in grado di catalizzare l’attenzione,
almeno nel caso in cui lo spettatore sia vagamente interessato al pianeta alimentare – vedi me stessa, nutrizionista di mestiere e blogger per diletto su questo arduo tema.
“Abby, studentessa americana fuori corso, arriva a Tokyo per stare accanto al suo fidanzato, che prontamente parte, lasciandola, alla volta di Osaka. Lei però non lo segue, nella speranza che il ragazzo si ravveda e ritorni di sua volontà. Intanto è costretta a scontrarsi col suo pessimo giapponese e con qualche lavoretto di fortuna. Affascinata dal negozio di ramen sotto casa, Abby decide di imparare l’arte della cucina dallo chef Maezumi e da sua moglie Reiko. Purtroppo il lavoro non è quel che pensava e il suo primo compito è fare le pulizie. Nella speranza di apprendere la preparazione dei ramen, Abby persiste, ma Maezumi non pare intenzionato a farla crescere professionalmente…” [da CinemaOut]
…una favola contemporanea, insomma, che potrebbe essere vista da più angolazioni.
A me interessava ad esempio lo scambio interculturale, l’Occidente cerca l’Oriente per apprendere l’arte dei Ramen…
Somiglianza enorme con i nostri Spaghetti, ma i Ramen si preparano principalmente col brodo (sia di pollo che di maiale)
e possono essere conditi con salsa di soia o di miso, o ancora con alghe.
Come i nostri Spaghetti, i Ramen pare siano stati copiati ai Cinesi da parte dei Giapponesi…
In realtà mi sono informata meglio e la storia di Marco Polo che torna dalla Cina con la novità sugli spaghetti non è del tutto vera.
Idrisi già nel 1154 cita testimonianze “di pasta tirata a fili sottili di origine araba” e l’etimo del termine arabo “Yttriyya” la dice lunga.
Sfatata anche questa leggenda non resta che rivelare l’ingrediente mancante:
<<The missing ingredient
is
L O V E >>
E’ questa la verità che la venerata madre del suo tirannico maestro le insegna! Perciò se vorrà ottenere il vero brodo di Ramen dovrà iniziare a prepararlo in lacrime, quelle che talvolta ci rigano il viso per Amore.