Foto *da qui
“La Xylella fastidiosa per una norma di carattere comunitario recepita dallo stato italiano – ha sottolineato il commissario (Giuseppe Silletti)- è un germe da quarantena e come tale dovrebbe essere affrontato, ma il problema nasce per l’eccezionalità del caso, visto che nel Salento gli ulivi sono dappertutto e diventa difficile attuare le procedure previste, ma non possiamo non sottostare a quanto previsto dalle discipline giuridiche”. Il Giornale di Puglia del 16.04.2015
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Come restare indifferenti a quanto sta accadendo in Puglia, nel Salento, nei nostri uliveti secolari ? Non è possibile tacere, da salentina, da food blogger e tutto ciò che sono, che siamo.
L’eradicazione degli ulivi è già in atto, per chi non lo sapesse, dal momento che resta l’unica cosa da fare su quelli già infetti…ma mi chiedo come sia stato possibile arrivare a questo punto! Si respirava da almeno un paio d’anni un certo clima di sospetto sulla minaccia di infezione e credo di poter affermare -da biologa molecolare- che si sarebbe potuto intervenire in tempo e nei tempi giusti per arginare il contagio, creando zone cuscinetto molto più circoscritte ed interventi mirati, con una precisione quasi chirurgica…ad oggi il piano di interventi prevede “zona rossa” in tutto il Salento da Lecce in giù…ovvero la creazione di un vero e proprio deserto,sia dal punto di vista paesaggistico, che economico con gravi ripercussioni sociali in una regione già martoriata.
Per accendere un piccolo riflettore sull’argomento, ho deciso di proporre per la sfida n.47 del MTC un Pan di Spagna all’olio d’oliva, il terzo giudice sicuramente mi perdonerà anche perché le sue indicazioni sono state preziosissime per la realizzazione del mio Pan di Spagna, che ho eseguito sulla falsariga della ricetta senza glutine proposta da Caris e tratta da Tradizione in evoluzione di L. Di Carlo, che troverete a questo indirizzo (http://www.cookingplanner.it/2015/04/05/la-sfida-dellmtc-di-aprile-2015-e/).
Ingredienti:
tuorli 230 g
zucchero semolato 200 g
sale fino 1 g
buccia di limone grattugiata 4 g
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Albume 250 g
Zucchero semolato 50 g
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Farina senza glutine 75 g
Fecola di patate 75 g
Cacao amaro 50 g
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Burro fuso a 45° 100 g olio evo pugliese per me in proporzione 80%
Montate i tuorli con zucchero, aromi e salare; montare cremosi gli albumi con l’altra parte dello zucchero. Unire delicatamente una parte di albume alla prima montata, quindi una parte di polveri setacciate (due volte) assieme e ripetere fino a terminare. Prelevare 1/10 della massa e inserire il burro fuso l’olio evo a T ambiente (!), mescolare e incorporare delicatamente alla massa. Mettere in stampi imburrati e leggermente infarinati e cuocere subito a 180°, mettendo un cucchiaio di legno fra lo sportello, per 20-25 minuti per teglie alte 4-4,5 cm.
Ingredienti per la crema Bianco mangiare della farcitura (ricetta di Lucia Lazari, Cucina Salentina)
1 l di latte di mandorle preparato in casa
250 g di zucchero
100 g amido (di mais)
buccia di un limone
un pizzico di cannella
In una pentola stemperare il latte di mandorle con l’amido, aggiungere lo zucchero e cuocere a fiamma bassa, utilizzando un cucchiaio di legno come per la crema pasticcera. Quando la crema si sarà addensata, versatela in una ciotola incorporando la buccia di limone grattugiata e la cannella in polvere. Usate per farcire.
Decorare con panna montata.
Con questo Pan di Spagna
partecipo al MTC n. 47
con amore per i miei Ulivi!
*Ringrazio Luciano Simone e gli amici di Salt and Pepper per la foto tra gli ulivi!
aprile 22, 2015 alle 8:49 AM
Scusami se il tuo dolce passa in secondo piano rispetto alle parole del tuo post, ma questo argomento è come una stilettata nel mio cuore. Non sono pugliese ma conosco bene il Salento e sono perdutamente innamorata dei suoi olivi, del suo paesaggio inconfondibile e di tutto quanto sia legato alla cultura dell’extra-vergine, quindi ti ringrazio veramente tanto per aver parlato dell’argomento, sottaciuto, negato, trattato con superficialità e menefreghismo da chi invece dovrebbe accendere un riflettore gigante su questo dramma.
Ti mando un abbraccio. Grazie ancora.
Pat
aprile 22, 2015 alle 9:59 AM
Grazie Patty, hai colto nel segno.
aprile 22, 2015 alle 11:26 AM
Io ho vissuto in Puglia tutta la mia infanzia e mi ci passavo i pomeriggi sugli ulivi…è una pianta che amo e qui in Sicilia me ne sono piantata un albero che mi tenevo in vaso dal 2000, perchè per me è il simbolo di uno dei posti che ho più amato al mondo…è il simbolo della mia bellissima infanzia…è simbolo di vita…. e mi piange davvero il cuore a pensare a quello che sta accadendo in Salento in questo periodo…..l’olio extra vergine che uso è quello della Puglia e deve continuare ad essere quello….mi si torcono le budella se penso ad un “terrorismo” in atto già da qualche anno nei confronti dei magnifici frutti che la Puglia offre…e mi fa rabbia vedere che per meri interessi economici ed Europei stiamo perdendo tutto!!!
Il tuo Pan di spagna è meraviglioso e dopo il tuo post direi anche il più buono di tutti
aprile 22, 2015 alle 12:47 PM
Grazie Flavia, di cuore!!
aprile 22, 2015 alle 8:01 PM
Anche io sono di origine pugliese (tutta la famiglia di mia mamma) quindi sicuramente questo tema mi è molto caro. E capisco il dolore solo a pensare di vedere sradicato un albero…
per la ricetta effettivamente ne hai usato una diversa da quelle indicate e il fuori concorso potrebbe starci..ma lo hai fatto per una buona causa!
aprile 22, 2015 alle 9:37 PM
Spero di non aver urtato sensibilità…
aprile 22, 2015 alle 7:51 PM
Anche io sono di origine pugliese (tutta la famiglia di mia mamma) quindi sicuramente questo tema mi è molto caro. E capisco il dolore solo a pensare di vedere sradicato un albero…
per la ricetta effettivamente ne hai usato una diversa da quelle indicate e il fuori concorso potrebbe starci..ma lo hai fatto per una buona causa!
aprile 27, 2015 alle 2:11 PM
l’afflato etico che sostiene il tuo approccio alla cucina si esprime in modo proprompente in questo tuo post e nella conseguente interpretazione della ricetta della sfida. Nulla posso aggiungere a quanto è già stato detto, senon un grazie per averci regalato un aggancio prezioso, per quanto drammatico, alla vita reale, con un gesto di sensibilità che ti fa onore.
aprile 27, 2015 alle 3:09 PM
Grazie Alessandra!!! Grazie alla squadra dell’MTC perché permette di raccontare,attraverso il cibo, tutto il resto.