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Avventure di una mamma blogger

Il riso “rosso” per Mtchallenge Taste the World

7 commenti

 

riso rosso

Come by Here, my Lord è quasi un salmo che oggi si colora con le tinte forti di un popolo venuto da lontano, nel tempo e nella geografia, riaffiorando sulle labbra con una lingua che ha il sapore di casa e diventa Kumbaya, la lingua dei Gullah- Gee chee.

Con la ripresa del MTChallenge, parte un nuovo progetto, che porterà la Community a riscoprire le #minoranze etniche, andando a trovarle nella loro cucina, nella convinzione che la cultura passa da lì.

I Gullah- Gee Chee sono i diretti discenti dei primi schiavi Africani deportati in America oltre quattro secoli fa. Liberati dai Nordisti durante la Guerra di secessione, in quanto abbandonati dai padroni.

Il destino che attende i Gullah-Geechee è un destino già scritto, nel DNA di questa comunità. E’ un destino fondato sulla consapevolezza che i due secoli di schiavitù non hanno intaccato il loro senso di appartenenza, rinforzando semmai la loro cultura. (Alessandra Gennaro)

Ne parliamo perché sono stati i primi a intravedere la possibilità di coltivare il riso in America, in quella zona dal clima subtropicale del South Carolina dove erano stati “ripiantati”. La loro sapienza, la loro pazienza, hanno permesso a questo cereale di vivere una seconda volta in una terra nuova.

Le risaie, prima di essere la culla dell’alimento principale di oltre la metà della popolazione mondiale, sono una delle dimostrazioni più eloquenti del rapporto tra coltura e cultura: fare spazio a un cereale proveniente dall’estremo oriente, modellare la pianura anno dopo anno, progettare una rete di canali e di fossi e ripartire il terreno in “camere”, come se i campi fossero il disegno a cielo aperto della pianta di una casa in costruzione, con le paratie e le chiuse al posto degli usci… Tutto questo richiede l’assunzione di un preciso modo di pensare e di porsi in rapporto alla terra, all’acqua e agli altri, non fosse che per coordinare il momento cruciale in cui il terreno seminato viene ricoperto da un velo e diviene terra d’acqua. (Enzo Bianchi, L’uomo che nasce da un chicco di riso)

 

Il pomodoro indica l’integrazione, la volontà di incontrare l’America, l’apertura all’uomo bianco, antico padrone, oggi fratello.

Personalmente di questa ricetta ho amato prima il profumo, dato da un inconfondibile match aromatico tra cipolla, aglio e alloro.

Si tratta della versione di Toni Tipton- Martin  in Jubilee e la Community ha avuto l’onore di reinterpretarla pedissequamente e riproporvela, ognuno dalla propria cucina. Gli ingredienti sono davvero a portata, li avrete certamente in dispensa anche voi.

Unico problema può esser il bacon, ma andate pure di pancetta, come hanno fatto molte di noi. Questa prova anticipa di qualche giorno la ricetta creativa, con la quale spero di incuriosirvi, perciò vi aspetto qui o sul sito, rinnovato dell’MTChalenge.

Stay tuned!

 

riso rosso 2

Red rice da Jubilee

Ingredienti

  • 3 fette di bacon a cubetti o 3 cucchiai di burro (per me pancetta ma anche burro)
  • mezza cipolla tritata
  • 1 spicchio d’aglio tritato
  • 1 tazza di riso Basmati (225 g)
  • 180 g di passata di pomodoro (per me quella fatta in casa)
  • 1 cucchiaino di zucchero
  • 1 cucchiaino di sale
  • ½ cucchiaino di pepe nero
  • 1 foglia di alloro
  • 470 ml di brodo di pollo o acqua (io ho utilizzato solo acqua)

Preparazione

  1. Fate andare il burro e la pancetta (o il bacon) fino a fondere l’uno e render croccante l’altra.
  2. Aggiungete la cipolla e fatela cuocere nel grasso, fino a quando sarà traslucida (2-3 minuti).
  3. Aggiungete l’aglio e proseguite la cottura per un minuto circa. Unite poi il riso e cuocetelo, mescolando, fino a quando i chicchi perderanno la loro trasparenza. Unite quindi tutti gli altri ingredienti e portate a bollore, a fiamma alta.
  4. Abbassate la fiamma, mettete il coperchio e proseguite la cottura per 20-25 minuti, mescolando di tanto in tanto. Quando il riso è cotto, spegnete il fuoco e fate riposare per 5 minuti, sempre coperto. Dopodiché, eliminate la foglia di alloro e sgranate il riso con una forchetta, prima di rovesciarlo nel piatto da portata. (n.b. se usate un coperchio di vetro, potrete controllare la cottura senza scoperchiare, anche se questa cottura pilaf non è proprio quella originale e non succederebbe nulla, anzi date una bella mescolata!)
  5. Regolate di sale e pepe e , se avete usato il bacon, guarnitelo con i cubetti tenuti da parte.

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Un po’ di me…

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Il mio pezzo d’Africa ce l’ho vicino casa, presso la Comunità Comboniana di Cavallino.

Innanzitutto è uno spazio che accoglie chiunque voglia riconciliarsi con la natura, essendo una vera e propria nicchia ecologica dove crescono rigogliose varie specie botaniche, come alloro e timo, agrumeti, querce vallonee, eucalipti.

La costruzione che vedete alle mie spalle è ad uso didattico dei Padri Comboniani. Non si può accedere senza un permesso al loro interno. Ho voluto fare uno scatto per darvi l’idea.

Voi avete il vostro pezzo d’Africa?

 

 

 

Autore: Sonia C.

Tutto ciò che viene dalla mia cucina è cresciuto nel cuore (Paul Eluard)

7 thoughts on “Il riso “rosso” per Mtchallenge Taste the World

  1. Molto bello il tuo post, come il tuo riso.

  2. Sei proprio brava. Amo il riso e questa tua ricetta mi piace moltissimo. e mi piace il modo con cui racconti la tua cucina e ti racconti. Anche se il pentolino in mano potrebbe diventare un oggetto contundente… Un abbraccio

  3. Che bella foto! E il tuo riso è perfetto!

  4. Pingback: Riso rosso con mafé di vitello rivisitato per MTChallenge Taste the world | GiocaSorridiMangia

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