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Avventure di una mamma blogger


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P come Panetti alla zucca…e Prevenzione.

Già da qualche giorno le bacheche di Facebook rimbalzano notizie di strane e inaspettate partenze verso destinazioni più o meno esotiche e per periodi prolungati…è un gioco.

Simpatico, forse. Ma un gioco.

Qualche anno fa anch’io andavo “a Londra per sedici mesi…”

Ma, andiamo più a fondo e, soprattutto, vogliamoci bene.

Lo dico a tutte le donne “in ascolto”. Donne, sì.

Perché il cancro al seno colpisce le donne.

I fattori di rischio accertati sono cinque e sono, come dire, “ingredienti” sbagliati che rischiano di mandarci a rotoli…perciò teniamo a bada per quanto possibile una eventuale predisposizione genetica, gli estrogeni ( anche quelli contenuti in prodotti farmaceutici), controlliamo il nostro peso, evitiamo alcool e fumo e salvaguardiamo l’ambiente in cui viviamo.

Fatto ciò, programmiamo anche i controlli di routine, perché la prevenzione è questo.

Oggi non volevo appesantirvi, ma ho sentito il dovere morale di ospitare nel mio piccolo blog questo argomento, rispondendo anche ad “appelli” coraggiosi, come quello dei Teresa su Scatti golosi , e ricordandomi della collaborazione passata e presente con la delegazione locale della Lilt, che si è fatta promotrice della campagna del Nastro Rosa, offrendo visite senologiche gratuite a chi ne facesse richiesta, solitamente nel mese di Ottobre.

Mi piacerebbe che qualche Ladychef proponesse anche la sua ricetta con il “rosa” al fine di sensibilizzare altre donne al tema della prevenzione, ospitando o scrivendo un post dedicato nel proprio blog…io, intanto vi propongo la mia, non si sa mai

che abbia un seguito in altri blog.

Panetti di zucca gialla e cipolla.

Questi panetti ricordano lontanamente ciò di cui vi parlavo in Salentinity, ma hanno un gusto molto più delicato e sono ancora più ridotti nelle dimensioni.

Gli Ingredienti sono molto semplici:

  • 250 g semola rimacinata di grano duro
  • 20 g lievito (di birra)
  • 300 g di acqua tiepida
  • sale q.b.
  • carta pellicola

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  • 180 g zucca gialla a cubetti
  • cipolla bianca q.b.
  • olio e.v.o. (ho usato un olio km zero dei miei uliveti)
  • acqua (poca)per la cottura della zucca
  • farina doppio 0 per lavorarli
  • carta da forno o di alluminio

Prima di iniziare, non fate come me…che ho deciso all’ultimo momento, penalizzando il tempo di lievitazione!

Perciò, mettete la semola a lievitare alla mattina, calcolando almeno un paio d’ore. Per fare questo procedimento, utilizzate un contenitore abbastanza grande, che si riempia non più della metà, e dopo aver impastato la semola con il lievito disciolto nell’acqua tiepida, ricoprite con la carta pellicola, avendo cura di avvolgere ulteriormente  il tutto con un panno asciutto e avvolgente, che conferisca tepore all’impasto.

Trascorse almeno due ore, si può procedere, se non si è fatto prima, a far andare in pentola antiaderente la zucca con la cipolla, in olio extra vergine d’oliva. Non è necessario soffriggere, né cuocere a lungo, perché la cottura sarà ultimata in forno.

Quando sarà tutto pronto,  potrete procedere alla parte più simpatica, cioè unire la zucca all’impasto, aiutandovi con un cucchiaio di legno

SAMSUNG

e, dopo aver bene amalgamato, prelevate piccole quantità del composto, aiutandovi con della farina bianca. Disponete i panetti crudi di volta in volta sulla teglia del forno, dopo averla rivestita con della carta (da forno) e infornateli a 180°C per almeno 90 ‘. 


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Di viaggi, dipinti e souvenir… Lampedusa on my mind.

Il mondo visto dai blogs appare come un grande mosaico in cui, a volte, i tasselli non si incastrano perfettamente…

Sono giorni e giorni e giorni che mi pongo la domanda: perchè pubblicare un post che mi ha dato tanto di quel filo da torcere, se poi non incontrerà il gusto del lettore “malcapitato” che dovrà sorbirselo?

Perciò tenete bene il mouse puntato sulla X pronti a chiudere la finestra di  questa realtà, che così virtuale non è.

A voi, buona lettura.

Se volete solo la ricetta, non dovrete che scorrere fino in fondo, guardando immagini di cui non apprezzerete il significato. Sarete in pochi.

A voi, buon appetito.

La prima notizia (non buona) è che l’edizione di O’SCIA’ 2013 non si farà. Mancano i fondi.
Neppure l’incontro a Lampedusa tra il  Papa e Claudio Baglioni, ideatore della manifestazione, è servito a sottolineare l’importanza di un evento  che si basa sulla consapevolezza che niente più dell’arte è in grado di avvicinare l’uomo all’uomo e aiutarlo a cogliere il senso, le ragioni, le istanze e il valore dell’esperienza e della presenza dell’altro.

La seconda notizia, invece, è raccapricciante: ancora migranti morti nella traversata del Mediterraneo a  Lampedusa…e questo genere di episodi è destinato a ripetersi…nell’indifferenza dei più.

Per questa umanità disperata a poco varrà i saluto degli isolani o’scià, che vuol dire letteralmente “mio respiro” come a poco è valso finora il buon fine di un progetto (musicale) che nasce per promuovere l’integrazione tra etnie, culture e fedi, attraverso l’incontro, lo scambio  e il dono reciproco di un inestimabile patrimonio di pensieri, parole, suoni, forme…

Quest’anno Lampedusa non ospiterà l’evento, ma continuerà ad essere terra di sbarchi. Probabilmente con la sospensione di O’SCIA’ si spegnerà un altro riflettore e ciò alimenterà altra indifferenza.

Questo post vuol essere una piccolissima fiaccola che rimarrà accesa sull’argomento, nell’attesa che si realizzi un senso di fratellanza e convivialità tra tutti gli uomini

Scriveva M.L. King:

<<Abbiamo conquistato il cielo come gli uccelli

e il mare come i pesci, ma dobbiamo imparare di nuovo

il semplice gesto di camminare sulla terra come fratelli>>

Ora vorrei proporvi l’immagine di un dipinto che mi ha affascinata a tal punto che ho voluto contattare l’artista, una pittrice ebrea, che lo ha realizzato, per chiederle una personale interpretazione, dopo che a me è parso opportuno associarlo a questo post.

Il titolo del dipinto è Il viaggio, ma la mostra che lo contiene si chiama Eretz, cioè Terra (dall’ebraico èrets).

Il viaggio, N. Blau

A me, appassionata di Ebraismo, trasmette l’adempimento di  una promessa

ogni viaggio –inteso anche come percorso interiore- dovrebbe portarci a destinazione.

Vi lascio gustare e interpretare l’immagine in santa pace e mi avvio verso la conclusione gastronomico-nutrizionale.

Una sottolineatura è d’obbligo: niente più del cibo parla meglio del viaggiare…un viaggio attraverso i secoli e i luoghi. Ci avete mai pensato? Non mi riferisco ai trasporti import/export ma alla reale storia del cibo, tramandata attraverso gli scambi culturali e gli incontri di etnie diverse…pensate alle spezie.

Oggi vi dirò come preparare le Falafel, antipasto arabo di tradizione ebraica a base di ceci e spezie, appunto. Questo piatto ha viaggiato per il mondo, al seguito del popolo ebraico. Potrete gustarlo anche a Milano o Torino, Londra e New York. Oppure prepararlo da voi.

FALAFEL

Questa  ricetta è il “souvenir” che una mia cara amica mi ha regalato di ritorno dal Medio Oriente…

Ingredienti:
– 400 grammi di ceci secchi
– 1 cipolla bianca
– 2 spicchi d’aglio
– 1 cucchiaino di cumino in polvere
– 1 cucchiaino di coriandolo in polvere
– 1 mazzo di prezzemolo
– 2 cucchiai di farina
– olio di semi per friggere

Procedimento:

Lasciate i ceci in ammollo per una notte, quindi sbucciateli e metteteli in un mixer. Aggiungete cipolla, aglio e prezzemolo finemente tritati, il cumino e il coriandolo. Frullate fino a quando otterrete un composto morbido ed omogeneo.

A questo punto aggiungete anche la farina.
Mentre l’olio arriva a temperatura, formate delle piccole polpettine, che friggerete fino alla doratura oppure in forno. Potreste anche schiacciarle, come queste nella foto.
Sgocciolate su carta gialla e servite subito calde.

falafel

Buon Appetito.

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Rileggo questo post scritto appena due mesi fa, oggi è il 6 ottobre 2013 e son due giorni che di nuovo non si parla d’altro…ma questa volta i morti a Lampedusa sono tanti, troppi.

Ho appena firmato questa petizione  su invito di David Sassoli che l’ha tweettata. Vi invito a fare lo stesso. E incrociamo le dita.

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Quindici Ottobre 2013 …ancora sbarchi….

Baci


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Mamma…i Dinosauri!

Immagine

Una domenica alternativa oggi a spasso nella Preistoria, direi…ultimo giorno utile per visitare la mostra di dinosauri in misura naturale (da paura) al museo di Storia naturale del Salento (www.museocalimera.it).

Questo scatto per gli amici e amiche del mio blog…

qualcuno sostiene che i dinosauri si siano estinti perché nessuno mai gli ha fatto una carezza…speriamo di non far la stessa fine noi umani, eh…

Tenerezza, tenerezza.

Buona Domenica.


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A cibarti2013 incontro di culture

Nei giorni scorsi avevo segnalato su Foodstories.it l’evento CibArti2013 conclusosi oggi a Lecce che ha ospitato in piazza Sant’Oronzo e presso il Castello Carlo V (Fuorisalone) una Fiera nazionale che ha l’obiettivo di diventare un’ampia vetrina per le esigenze di prodotti artigianali e agroalimentari di eccellenza.

In extremis riesco a fare un salto anch’io, trovo un parcheggio strategico in zona stazione e raggiungo la Piazza districandomi tra le vie del Centro storico. Un tuffo nel passato…gli anni del Liceo, quando ero solita passare per quelle stradine, intrise di storia e barocco, per raggiungere la scuola.

Sembra  un secolo fa…

ma tornando alla Fiera, non posso non condividere con voi l’esperienza ancora una  volta multi sensoriale, per cui suoni, profumi e colori hanno fatto da cornice all’evento leccese. Raggiunta la piazza ero già entusiasta delle sensazioni e delle emozioni lungo il tragitto, ma gli stand erano lì ad aspettare me!

Non vi dico l’abbondanza e la varietà dei prodotti messi in fiera: salumi, formaggi, prodotti da apicoltura, pasticceria siciliana e napoletana, manufatti artigianali tipici dipinti e forgiati da mani generose e sapienti…ma l’attenzione di tantissimi visitatori era per lei, ballerina etnica che ho ritratto anch’io sapendo di poter condividere su Instagram lo scatto utilizzando l’apposito hashtag  creato per l’occasione…

#cibarti2013

il perché di questa condivisione e di questa foto risiede nella mia ferma convinzione che non si può parlare di Cibo senza aprire la finestra della Cultura e dell’Incontro di culture…-e dall’India al Salento ce n’è di strada- solo nell’incontro tra le diversità nasce il rispetto per l’uomo.

CibArti, che bella occasione.

Alla prossima.

Baci.


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La Città dei Cortili

I panni della blogger ormai non li tolgo più di dosso e così, dopo un’altra passeggiata in centro, mi ritrovo alla mia postazione preferita per raccontarvi cosa troverete oggi a Lecce, che  apre i suoi giardini segreti a turisti e gente del luogo solo per oggi…proprio così.

Ricorre oggi,infatti, la XIX edizione di Lecce Cortili Aperti 2013  iniziativa dell’A.D.S.I.  Associazione dimore storiche Italiane Sezione Puglia.

Proseguirà tutto il pomeriggio dalle 16:00 alle 21:30 perciò siete ancora in orario per fare una salto, se vi trovate nei dintorni.

Una volta raggiunta Porta Napoli uscendo da Viale dell’Università, potreste imboccare via Palmieri, come ho fatto io stamattina, e percorrerla tutta fino al Duomo avendo l’opportunità di visitare Palazzo Palmieri e la Chiesa di San Giovanni di Dio; entrambe queste tappe fanno parte dell’Itinerario 3 colore giallo come troverete sull’agile guida distribuita presso ciascuna dimora aderente all’iniziativa.

Il percorso si sviluppa su quattro itinerari contrassegnati da colore diverso: fulcro del percorso è via Vittorio Emanuele che sfocia, attraverso via Libertini nell’altra Porta storica di Lecce, Porta Rudiae.

Non lasciatevi sfuggire via Petronelli, dove Palazzo Andretta, oltre ad aprire le sue porte, ospiterà alle 18,30 una rappresentazione di Scherma dell’accademia locale, potreste raggiungerlo dopo aver assistito alle 17,30 alla rappresentazione di un’orchestra di flauti “Fortune flatus” presso Palazzo Grassi in via dei Perroni.

Visitare Cortili Aperti è un’esperienza quasi multi sensoriale, direi…quest’anno è particolarmente ricca di eventi gemellati che hanno luogo nelle dimore storiche coinvolte.

Tra musica e profumi diversi, stand degli artisti locali, colori, avrete modo di apprezzare il Barocco, stile predominante della città, nonché l’eleganza delle sue dimore storiche, il fascino misterioso dei giardini racchiusi in questi cortili e visibili sono per un giorno all’anno.

E’ un’occasione unica…fatemi sapere.

Baci.

SAMSUNG


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Quando l’ambiente fa moda

Le risorse del nostro Pianeta stanno per finire…quante volte abbiamo letto e ascoltato queste parole. Bene.Non stiamo a guardare. Qualsiasi occasione è quella giusta per dare anche noi un piccolo contributo.

Se, dunque, siamo diventate delle vere specialiste nella raccolta differenziata, il passo sarà breve per diventare anche esperte nel riciclo.

Parlo soprattutto alle fashion girls alle prese con la prova costume, anzi alla ricerca del bikini all’ultimo grido, che probabilmente  saranno anche contente di risparmiare qualcosina in maniera del tutto “eco sostenibile “.

Infatti, dopo l’iniziativa green  di Intimissimi, è la volta di Calzedonia, che ritira il vostro bikini usato, facendosi carico non solo del riciclo, in collaborazione con I:CO, ma vi premierà con un vaucher a partire da 2 Euro fino a 5 Euro.

I vaucher non sono cumulabili né vanno spesi contestualmente.

L’iniziativa sarà valida fino al 30 giugno 2013 in tutta Italia.

Buoni acquisti “verdi” a tutte.

Baci.

Calzedonia