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Avventure di una mamma blogger


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Mighty Salads su Mag ABOUT Food di Giugno

 

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Per Mag ABOUT Food di Giugno ho avuto il piacere di realizzare questa fantastica “insalata” di verdure e legumi che ha deliziato il palato dei miei ospiti – di quelli dai gusti un po’ difficili! Perciò vi invito oggi sul sito di MTChallenge dove troverete nei dettagli questa Hoppin’ John salad e tantissime altre insalate che in realtà fanno da sole una cena completa. Provate per credere!


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“Platters & Boards” su Mag ABOUT Food per il tema del mese. Il mio Veg OUT vi aspetta lì.

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Per il Tema del Mese su Mag ABOUT Food si parla di un “vecchio” modo tornato prepotentemente di moda per portare in tavola non solo ricette ma piatti e abbinamenti succulenti e rigorosamente “legati” tra loro. Tratti da Platters and Boards questi vassoi e tavole imbandite catalizzeranno la vostra attenzione dando spunti alla vostra fantasia. Complice l’estate alle porte, è il caso di dire:-Pronti, platters e via…che sia in spiaggia o in terrazzo, l’obiettivo è colpire gli ospiti con effetti speciali. Il mio sarà un contributo tra i tanti, Veg OUT! A base di cannellini in salsa, feta sottolio, burro aromatizzato e ortaggi di stagione. Spero di avervi incuriosito e vi do appuntamento sul sito di MTChallenge!

Alla prossima.


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Super loaves su Mag about Food per il tema del mese

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Questo è solo un assaggio! Oggi sul sito MTC si parla di lievitati a riposo lungo con Super Loaves!!! Correte a leggere le numerose ricette realizzate con lieviti madre. Troverete anche la mia, realizzata con un lievito madre gluten free a base di farina di ceci e di riso e qualche consiglio utile 😉

Non ve ne pentirete,

a presto.


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La mia MuffinCake per Il Club del 27

 

 

Oggi emozione emozione!! Non ho vinto alla lotteria, però ho la tessera n.100 del Club più bello del web, il Club del 27…ebbene sì. Dopo anni in MTC mi sono fatta un regalo, bello bello, ed eccomi qua con un post che esce di 27, e sarà così finché non mi cacciano. Preparatevi a sopportarmi anche a fine mese, insomma.

Ma entriamo subito nel vivo: fino allo scorso mese questo spazio del MTChallenge approfondiva il Tema del Mese…da oggi un progetto nuovo, un libro intero su cui la community si confronta per poi darvi il meglio del meglio. Ovviamente, non fermatevi qua, andate a leggerle tutte le ricette! Vi assicuro che per le vostre papille gustative sarà come fare lo yoga o giù di lì. Siccome non so da dove iniziare, scelgo di presentarvi a grandissime linee il libro di Sarah Randell Marmelade: A Bittersweet cookbook , un ricettario in lingua inglese che raccoglie nella prima parte le ricette di una dozzina di marmellate, con varianti,  e abbinamenti – non sempre obbligati- con altrettante ricette in cui le marmellate trovano impiego. 26804115_1666525040074871_376345731_n

LEMON SUNSHINE MARMALADE (traduzione a cura di Chiara Picoco)

1 piccola mela (renetta) ca. 200 g
1,4 kg di limoni (ca. 11-12)
2 kg di zucchero semolato
1 cucchiaino di bicarbonato

Pelare e togliere il rosolo alla mela mettendo gli scarti su una garza doppia. Tagliare la mela a dadini e trasferirli in una padella con 4 cucchiai di acqua. Cuocere a fuoco lento, parzialmente coperto, per 10-15 minuti fino a quando non sarà morbida, mescolare di tanto in tanto e aggiungere acqua se necessario.

Nel frattempo tagliare i limoni a metà e spremerli raccogliendo il succo in un contenitore graduato, eliminare i noccioli e aggiungere un po’ di polpa al succo spremuto.
Tagliare le bucce di limone in quarti (eliminare prima le estremità) e sminuzzare la scorza mantenendo la parte bianca interna e metterla in una ciotola capiente. Aggiungere acqua al succo fino ad ottenere 1,5 l di liquidi e mettere nella ciotola con la scorza.
Unire le 4 estremità della garza formando un sacchettino, stringere e legare con lo spago mantenendo un’estremità abbastanza lunga da poterla tenere all’esterno della pentola. Mettere anche il sacchettino nella ciotola e sommergerlo con il liquido. Coprire e lasciar riposare tutta la notte.
Mettere la mela cotta in un’altra ciotola e lasciar raffreddare coperta.
Il giorno seguente versare il tutto in una pentola, compresa la mela cotta, tirare il sacchettino di garza a lato e portare ad ebollizione ridurre poi la fiamma e cuocere a fuoco lento per 30-45 minuti mescolando di tanto in tanto. A questo punto rimuovere il sacchettino spremendolo bene cercando di estrarre più pectina possibile e aggiungere lo zucchero – la marmellata sembrerà molto liquida ma continuare la cottura fino a quando lo zucchero non sarà completamente sciolto. Togliere dal fuoco e aggiungere il bicarbonato poi portare nuovamente sul fuoco (attenzione che inizialmente bollirà in modo vigoroso).
Aumentare il calore e far sobbollire per 20-25 minuti*

Lasciar riposare 15 minuti poi trasferire in barattoli sterilizzati, chiudere e lasciar raffreddare completamente.

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Credit Mai Esteve – Il colore della curcuma

NOTE

  • Seguendo alla lettera questo procedimento la marmellata manterrà il suo colore brillante, ma non si raddensa come ci si aspetterebbe da una marmellata. Probabilmente il tempo di riposo che in questo caso è stato di otto ore, non è stato sufficiente ad estrarre la pectina. L’indicazione era “tutta la notte”…perciò otto ore mi sembrava accettabile. Inoltre la tempistica indicata per la cottura, a mio avviso, è vaga. Occorrerebbe suggerire un qualche trucchetto, una prova, per saggiare la consistenza della marmellata, evitando di caramellare tutto o scurire troppo il colore brillante che invece la caratterizza. Indubbiamente l’autrice scrive per un pubblico esperto in marmellate 😉

*I tempi di cottura, in realtà, sono stati quasi raddoppiati (!)

 

Per fare la marmellata, o qualsiasi conserva, la materia prima deve essere di ottima qualità e possibilmente incontaminata. Sarà superfluo, ma a me piace insistere su questo punto.

Nella fattispecie ho utilizzato dei limoni da agricoltura biologica che riesco a reperire a metro zero grazie ad un gruppo di acquisto solidale. In particolare, la varietà di limoni si chiama Limetta di Galatone, sono piuttosto piccoli ma molto succosi. Si tratta di alberi poco diffusi, conosciuti anche come “Limetta romana”, “Limoncella” o “Patriarca”, di origine indiana. La maturazione è proprio in questa stagione. Nel Salento la loro coltivazione è limitata a giardini storici e piccole collezioni agrumarie. (Varietà frutticole tradizionali del Salento, di F.Minonne)

Ora, bando alle ciance e venite a vedere come ho scelto di impiegare questa buonissima marmellata di limoni.

MUFFIN CAKE DI PERE, DATTERI E MARMELLATA CON CRUMBLE

ALLA NOCE MOSCATA

liberamente tradotta dall’originale

150 g di burro

2 banane medie mature

2 pere mature ma sode

150 g di datteri di Medjool snocciolati

3 cucchiai della marmellata preferita (per me Lemon Sunshine)

1 arancia (solo zeste)

175 ml di mascarpone (in originale “double cream”)

100 g di zucchero semolato

2 uova grandi

250 g di farina auto-lievitante (non meglio specificata, perciò io ne ho usata una senza glutine!)

1 cucchiaino colmo di lievito in polvere

1 cucchiaino di noce moscata grattugiata al momento

un pizzico di fiori di garofano in polvere

Per la copertura di crumble

40 g di burro freddo a piccoli pezzi

50 g di farina autolievitante

40 g di zucchero demerara

25 g di fiocchi di avena (per me di mais)

1 cucchiaino di noce moscata appena grattugiata

Procedimento

Preriscaldare il forno elettrico a 200°C. Fondere tutto il burro e lasciarlo raffreddare un po’. Pulire e schiacciare le banane. Aprire le pere e tagliarle in piccoli pezzi (non è necessario togliere la buccia, ma io l’ho fatto) e spezzettare anche i datteri.

In una ciotola, mischiare insieme la marmellata, le zeste, il mascarpone, lo zucchero, le uova ed il burro fuso.

Per preparare il crumble di copertura, strofinare il burro con la farina fino ad ottenere delle briciole, poi unire allo zucchero, cereali e noce moscata.

Aggiungere i 250 g di farina in una ciotola più capiente, insieme al lievito e un pizzico di sale, poi aggiungere la noce moscata, i chiodi di garofano, banane, pere e l’impasto.Amalgamare il tutto senza lavorarlo troppo.

Stendere i 3/4 dell’impasto in una teglia sagomata di 23-24 cm leggermente imburrata (io ho usato carta da forno). Cospargere con i datteri, poi aggiungere il resto dell’impasto, e il crumble di rivestimento. Cuocere in forno per un’ora, finché ringonfia e si assesta al centro. Dopo 45 minuti controllare e se è troppo scurito in superficie, coprire con un foglio (vi consiglio vivamente questa accortezza, io non l’ho coperta e infatti si è annerita).

Lasciare raffreddare in teglia.

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Brodetto Mediterraneo

Pesce fresco

Kolev Letz entrò in una taverna. Gli dettero del pesce. Kolev

guardò il pesce e vi si chinò sopra, come se volesse comunicargli

un segreto. Gli si avvicinò l’oste, chiedendogli:

“Reb Kolev, cosa state borbottando al pesce?”

“Ci sto conversando. Gli ho chiesto da dove venisse.Ha detto:

“dalla Dvina.” Ho chiesto: che notizie dalla Dvina? Dice che non lo

sa perché manca già da un mese.” 

(Tratto da RACCONTI E STORIELLE DEGLI EBREI, Testi inediti della tradizione yiddish raccolti da E.S. Rajze, Ed Bompiani) 

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Appurato che la Dvina è un fiume russo, resta il fatto che della freschezza o bontà del pescato non è facile esser certi, a meno che non siate degli intenditori.

Guida Slow Fish alla mano, ecco qualche suggerimento su come far la spesa di pesce per preparare un brodetto mediterraneo.

  • La FAO ha stabilito dei codici numerici per indicare la provenienza del pesce sui banchi delle pescherie, 37 è il codice che identifica il Mare Mediterraneo.

Diventare consumatori consapevoli può contribuire alla sostenibilità dell’ambiente mare.

  • Per mantenere un equilibrio nella catena riproduttiva dei pesci, è preferibile acquistare, ad esempio, quelli della giusta taglia, cioè non troppo piccoli, per non ostacolarne lo sviluppo. Capasanta e scampo, ad esempio, non al di sotto degli 11 cm, sogliola e nasello almeno 20 cm, e così via.
  • Alcuni pesci sono in grave rischio di estinzione, come pesce spada, tonno rosso, salmone, bianchetti e gamberetti tropicali allevati. A rischio anche cernia bruna e merluzzo.

La cernia bruna del Mediterraneo, ad esempio, è un pesce ermafrodita: nasce femmina, successivamente si trasforma in maschio, andando a vivere più in profondità, fuori dalla portata dei subacquei, che pescheranno, così, più femmine, creando uno squilibrio tra i sessi e una conseguente scarsa sopravvivenza della specie.

  • Cambiare abitudini negli acquisti è difficile, ma ne gioverà l’ambiente e anche le nostre tasche.

Le specie neglette, cioè i pesci meno conosciuti, sono anche meno costosi e altrettanto saporiti, con un basso impatto ambientale. Uno dei pesci più salutari, come lo sgombro, costa poco più di sei euro al kg, pesce che per queste ragioni ho scelto per il mio brodetto mediterraneo.

  • Scegliere pesce di stagione,cioè quel pesce che è di passaggio nel nostro mare in quel particolare periodo dell’anno. Acquistare pesce di stagione, vuol dire acquistare pesce che non ha subito lungo trasporto su ruote, non ha dunque contribuito all’inquinamento atmosferico. Piccole scelte quotidiane alla nostra portata modificano in un senso oppure in quello opposto anche la salute dell’aria che respiriamo.

La ricetta di oggi prende spunto dalla sfida lanciata da Anna Maria  per l’MTC 55 in qualità di vincitrice dello scorso MTC.  Per chi non lo sapesse, Anna Maria Pellegrino è Presidente dell’Associazione Italiana Food Blogger, ecco spiegata l’emozione e la paura di sbagliare qualcosa proprio con colei che il cibo lo attraversa in lungo e in largo, con i suoi racconti che aprono la mente e il cuore. Preziosissimi i suoi consigli, non solo per la tecnica della ricetta di oggi. Preparare un brodetto di pesce, però, non è stato affatto semplice… Se finora ero bravissima a mangiarlo…l’esperienza multisensoriale di prepararlo è stata del tutto stravolgente… pulire il pesce è stato quasi terrificante, prima di tutto per via dell’odore molto forte, poi perché la pelle era attaccatissima alla carne sottostante e non avevo delle forbici ad hoc. Ma si può sempre far pulire il pesce al proprio pescivendolo, tranne che in questo caso: la gara ha le sue regole!

Fumetto

Avevo paura che il fumetto non venisse bene per la mancanza di crostacei…in realtà prepararlo  non era un passaggio obbligatorio, ma morivo dalla voglia di imparare che, dopo aver pulito bene gli scarti dai residui di sangue, ho usato solo quelli ed ho ottenuto un buon sapore finale.

D’altra parte, come ci ha ricordato Anna Maria, questa ricetta nasce sulle barche dei pescatori, dove spesso c’era spazio per un solo tegame, per cui il fumetto probabilmente non veniva affatto preparato.

L’accompagnamento, invece, è necessario… e immaginandomi pescatore del passato, magari salpato da un porticciolo salentino, con molta probabilità avrei portato con me delle friselle, tipico pane secco, ottenuto con acqua e farina, con una cottura lunga e con possibilità di lunga conservazione, ma anche, per così dire, “tascabile”.

Esigenze terapeutiche, purtroppo, mi obbligano ad una preparazione senza glutine, ma questo particolare non ci spaventa, vero? Forse le frise meriterebbero un post a sé, ma oggi non sono loro le protagoniste e soprattutto, sbriciolate nel brodetto, non faranno altro che assorbirne tutto il suo sapore, e restituirlo in bocca amplificato.

Topic

Anna Maria ci chiede di raccontare quando un momento legato al cibo ha fatto la “differenza”? 

Beh, cara Anna Maria, da quando, tre anni fa a mio figlio-che oggi ne compie 5- fu diagnosticata la celiachia, per me fu un colpo … ricordo che avevo aperto questo blog da pochi mesi…per me, e soprattutto per lui, non sarà un momento, sarà per sempre..Togliere il glutine per esigenze terapeutiche, e non per una moda, come talvolta capita di sentire, non è stato semplice e ancora continua a non esserlo, in una società in cui i diritti di pochi non vengono sempre trattati col dovuto rispetto.

Stiamo ancora continuando a declinare inviti laddove non ci viene garantito un piatto senza glutine, e credimi, accade spesso … ma non voglio annoiare o appesantire nessuno, tu ce lo hai chiesto, io ho voluto rispondere 😉

Altri ingredienti

Tornando alla ricetta, ho usato l’ origano per aromatizzare, perché è la pianta del cuore, della mia infanzia, della mia nonna, che acquistava il pesce dal furgoncino del venerdì, perché  negli anni Ottanta funzionava così.

L’origano, poi,  è ricco di sali minerali, vitamina A e C, ferro, manganese, calcio, acidi grassi omega 3.

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La sua tassonomia è complicata, per la presenza di piante appartenenti anche ad altre famiglie, ma comunemente definite con lo stesso nome. L’Origanum vulgare comprende quello “greco”, mentre quello cosiddetto “turco” è una varietà di Origanum onites, cui si aggiunge il syriacum e il dictamus, con un fiore dal colore più roseo. Se invece vivete in Messico o negli States, è molto probabile che abbiate acquistato un “origano” non proprio botanicamente tale. In quei Paesi, infatti, è commercializzato un origano prodotto dalla Lippia, una pianta appartenente alle Verbenaceae, ma il cui aroma ricorda molto bene quello dell’origano. Note anche le sue proprietà curative nel trattamento di bronchiti e altre affezioni delle vie respiratorie, nonché il mal di denti.  In Aromaterapia, il suo olio essenziale (dermocaustico) aiuta le persone ipocondriache a cancellare malattie immaginarie. Mia mamma, ancora oggi, lo raccoglie in piccoli bouquet e lo lascia essiccare, poi con la pazienza di sempre, lo sbriciola, lo ripone in vasetti minuscoli e lo mette nei pacchetti che periodicamente spedisce ai miei fratelli che vivono a mille km di distanza.

Brodetto Mediterraneo

con friselle senza glutine e origano

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Ingredienti per 2 persone

  • 1 kg di pesce misto fra scorfano, gallinella, sgombro  e sarago
  • 400 g fra cozze
  • 1 spicchio di aglio
  • ½ cipolla bianca
  • 1 costa di sedano
  • 1 carota
  • ½ bicchiere abbondante  vino bianco
  • Olio evo km 0
  • origano km 0
  • Friselle senza glutine (farina deglutinata, acqua e un filo di spago per “strozzarle” a metà cottura nel forno).

 

Preparazione

Pulire le cozze, eliminare le barbe e lasciarle in acqua fredda e sale.

Eviscerare e pulire tutto il pesce, sfilettarlo e mettere da parte le carcasse.

Disporre i filetti in un vassoio, coprire con pellicola e mettere in frigo.

Tritare finemente la cipolla e l’aglio.

Fumetto di Anna Maria:

In una casseruola scaldare un paio di cucchiai di olio evo, tostare, premendo con un mestolo, le carcasse fino a farle dorare, versare 3 litri di acqua freddissima e qualche cubetto di ghiaccio, portare a bollore, unire la costa di sedano e la carota, abbassare il fuoco, schiumare e far ridurre il liquido della metà. Filtrare, mettere da parte e tenere al caldo.

In un tegame basso e largo far dorare dolcemente il trito di cipolla e aglio, aggiungere le cozze, unire qualche mestolo di fumetto, il vino, farlo evaporare e far cuocere a fuoco basso fino a quando non si apriranno.Infine, unire i filetti di pesce tagliati a tocchetti e cuocere per altri 5’, senza mai mescolare. Spolverare di origano e servire.

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 Con questa ricetta partecipo
al MTC n.55
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Ricette per smoothies per l’MTC n. 43!

Bentrovati tutti…e scusate se da qualche giorno non mi faccio sentire. Mi affaccio per un saluto veloce ma non per questo motivo vi lascerò a secco di idee buone ed energizzanti soprattutto per i risvegli in tarda mattinata, quelli che forse ci concediamo la domenica oppure nel prossimo week end di festività. Allora cliccate un po’ qui ed entrerete nel mondo degli Smoothies. Un piccolo assaggio, ma molto molto energetico!!!

Buona lettura e a presto!

Sonia