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Avventure di una mamma blogger


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Lonza di maiale con castagne prugne e mele per il Club del 27

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La partecipazione a IL  CLUB DEL 27 è stata la  naturale conseguenza di una precedente “conoscenza”…quella della community che va sotto il nome di MTChallenge, un nutrito gruppo di food bloggers che amano parlare di cibo e raccontarlo in un certo modo, con lo stile di chi ha con questo argomento un rapporto autentico ed equilibrato, e vuole trasmetterlo a quanti la pensano allo stesso modo.

By the way….la sottoscritta è entrata in questa family troppo tardi,complici le castagne di un novembre di ormai sei anni fa, o giù di lì. Oggi quelle famose castagne son tornate a trovarmi,come scelta della ricetta che vi presento e che rappresentò la sfida di quel novembre, numero 34. Io ho scelto, per il Club, di realizzare la lonza di maiale, una ricetta che illo tempore fu la proposta di Rosaria.

Qui troverete tutte le altre proposte che sono state selezionate oggi per voi.

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1.250 g di lonza di maiale con osso
400 g castagne
2 mele annurche  rosse
4 prugne
1 cipolla rossa grande
1 bicchiere di vino rosso 
sale
olio
alloro
rosmarino
salvia
pepe
noce moscata

Per prima cosa sbucciare le castagne e lessarle in acqua e 1/2 bicchiere di vino rosso, un pizzico di sale e una foglia di alloro. Arrivare fino a metà cottura delle castagne. Spegnere e separare la castagne dal loro brodo. Filtrarlo e metterlo da parte. Pulire le castagne dalle pellicine e mettere da parte.
In una teglia con un filo d’olio sistemare la lonza che prima è stata massaggiata con il sale e un trito di rosmarino. Infornare in forno caldo a 200°C per una mezz’ora.
Nel frattempo, lavare e tagliare a pezzi grossi le mele e le prugne. Pulire la cipolla a tagliarla. In una ciotola mescolare tutto e condire con sale, pepe,della noce moscata grattugiata e un pochino di vino rosso (meno di mezzo bicchiere).
Aggiungere il tutto nella teglia della lonza insieme ad un pochino di brodo delle castagne.
Coprire tutto con un foglio di alluminio e reinfornare a 180°C per 3 quarti d’ora circa.

Trascorso questo tempo, eliminare il foglio di alluminio e continuare la cottura per altri 20/25 minuti..
A fine cottura, raccogliere il tutto e frullarlo con un minipimer, fino a formare una purea non troppo liscia.

 

#quelgrangeniodellaMai

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“Pepite d’oro” e “diamanti rossi” … la ricchezza della natura dentro due ingredienti poveri: a tavola per rimanere giovani.

Vi avevo parlato di una ricetta tradizionale a base di castagne secche, ma non avevo potuto eseguirla perché non riuscivo a reperire l’ingrediente principale.Poi ho pensato ad un modo per renderla light -a me l’idea del soffritto di cipolle non piaceva dall’inizio….e soprattutto pratica da preparare. Al discount  ho trovato le castagne cotte al vapore e mi è balenata un’idea. Da qualche giorno, poi stavo rivedendo del materiale informativo su rimedi naturali per combattere lo stress ossidativo cellulare… quel processo di invecchiamento cellulare bla bla bla.  Un passo alla volta.

La ricetta della zuppa di castagne (per una persona)

castagne al vapore 80 g

un pomodoro invernale

una foglia di alloro

cipolla bianca

sale q.b.

olio evo

acqua

Bollire le castagne a vapore in acqua, insieme agli aromi, utilizzando una pentola in terracotta o pyrex. Dopo almeno un quarto d’ora, salare e aggiungere un filo d’olio evo. Ultimare la cottura e far riposare in pentola qualche minuto prima di servire.

Le bacche di Goji

Conosciute come i diamanti rossi, queste bacche  che vedete nella foto, sono un ottimo rimedio naturale per combattere l’invecchiamento cellulare. Ho pensato di accompagnare una semplice zuppa di castagne con qualche bacca del benessere, un concentrato di ferro, fosforo e manganese, vero elisir di giovinezza (o almeno si spera). Questi parenti orientali del pomodoro faranno parlare di se.

Baci.


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A conclusione del MTC di Novembre la mia avventura con le Castagne continua…ecco dei mini Mont Blanc: un classico che non va fuori moda. In più è gluten free!

La Blogsfera è piena di sorprese…apro il mio Reader e scopro che c’è un premio per il mio neonato Blog.

Poi arriva il post di Benedetta della sua rivisitazione vegan e così scatta una molla…”scalare” il Monte Bianco! Seeeee….buonanotte. Volevo dire: provare questa ricetta old fashioned! Chi lo ha detto che in cucina bisogna esser trendy? E poi io un Dolce Monte Bianco lo vedo ora per la prima volta nella vita … per me è novità. E poi le ricette possono esser rivisitate, no? Il Ricettario è Vintage (Cucinario V tomo del 1977)…cambio giusto qualcosina, le porzioni saranno mignon…e sarà già pronto da mangiare. Al bicchiere.

Curiosi?

Ecco qui gli ingredienti:

  • 200 g di castagne già pulite
  • latte parzialmente scremato q.b.
  • zucchero 2 cucchiai
  • cacao amaro in polvere q.b.
  • 100 ml di panna fresca da montare

Dopo aver sbollentato e tolto anche la pellicina rossa, le castagne vanno rimesse in pentola, ricoperte di latte e cotte a fuoco moderato, insieme ad un po’ dello zucchero, l’altro si aggiunge successivamente. Dopo almeno tre quarti d’ora, si inizia a verificare il grado di cottura e, se necessario, si aggiunge altro latte caldo.

Al termine della cottura, frullare il composto ottenuto e aggiungere lo zucchero rimanente e il cacao in polvere. Se si vuol ottenere un unico Mont Blanc, si metterà il composto direttamente sul piatto grande,lavorandolo a forma di cupola con una spatola.

Io ho voluto preparare dei piccoli Mont Blanc per ridurre al minimo l’impatto calorico delle castagne…così ho suddiviso il composto in sette piccoli bicchieri da liquore e decorato con un po’ di panna montata, su cui ho polverizzato il cacao.

Di questo dolce mi piace tutto. Credo che finirà nel menù di Natale.

Ho voluto usare ingredienti naturalmente gluten free, evitando anche la vanillina, che era nella ricetta originale del Cucinario.

Alla prossima.

Immaginel


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Una Terra di Santi, un ingrediente prezioso e il mio primo MTC ….

Gli avvenimenti spesso si mescolano come gli ingredienti di ricette più o meno note … ma non posso farci nulla se decido sempre all’ultimo momento di partecipare  … come questa cosa seria del MTC e la sfida di Novembre che in realtà è la n. 34 … per me è la prima.

L’impressione è sempre la stessa, sentirsi una bambina tra giganti (giganti buoni s’intende, ma pur sempre troppo troppo più bravi di me)…

Consegna entro il 28 Novembre, appunto e se non mi do una mossa … arriva Natale.

Anzi, arrivano prima gli “ospiti” speciali, freschi freschi di Canonizzazione.

Una Premessa

Questo piccolo paesino del Salento dove vivo, appartiene a quella Terra d’Otranto dove cinque secoli fa arrivarono i Turchi (da cui il detto “Mamma, arrivano i Turchi”… che contestualizzando, spero non si offenderà nessuno)… e fu così che il  loro Pascià, dopo attenta interrogazione, diede ordine di passare a fil di spada chiunque avesse rifiutato la conversione.

Furono così decapitati in 813, tutti di sesso maschile e sopra i 15 anni, per la precisione.

Esistono documenti e resti ossei, ovvero reliquie, a testimonianza del fatto e dopo cinque secoli la Chiesa Cattolica ha riconosciuto il sacrificio di questi uomini, che avrebbero tranquillamente potuto salvar la pelle accontentando il Pascià. Ma a quale prezzo? Rinnegando la propria Fede. Dal 12 Maggio 2013 sono Santi, per chi crede.

Per chi non crede, rimane un fatto di cronaca nera dell’epoca.

Ad ogni modo, l’urna con le Reliquie è in visita per tutta la Diocesi (territorio di comunità che fanno riferimento alla Curia di Otranto) e il 28 Novembre passerà di qua e rimarrà tre giorni … beh, non vi nascondo che c’è aria di Festa, un Natale anticipato …

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…questa è Otranto oggi…Porta d’Oriente

Castagne & Salento

Sacro e profano, ogni tanto si incontrano anche nei  post di food … perché adesso è arrivato il momento di tirar fuori la ricetta … anche se le castagne qui nel Salento non si trovano, siamo appena a 100 mt sul livello del mare… credo che ne occorrano almeno 700 per i castagni, ma proprio per questo motivo sono nella nostra cucina tradizionale un ingrediente prezioso, difficilmente reperibile perché non lo abbiamo nell’orto e in passato erano molto utilizzate grazie al baratto … quanti artigiani partivano dal Salento con i loro manufatti e tornavano dalla Calabria o dalla Basilicata con i sacchetti di castagne…. Ma, in particolare l’attenzione vorrei puntarla su quelle essiccate e che ormai si trovano solo sui banchetti delle feste di paese e sono chiamate in dialetto “pastiddhe”.

La Ricetta che segue e la foto delle “pastiddhe” sono liberamente tratte

dal sito della Fondazione Terra d’Otranto

Per preparare la minestra di pastiddhre, mettetle a bagno almeno per una notte, dopodiché mondatele dai residui di “pellicina rossa” rimasti attaccati, e ponetele sul fuoco in una pignatta con sola acqua. Quando giungono ad ebollizione fate imbiondire in una padellina della cipolla tritata finemente in olio extravergine di oliva, in ragione di mezzo bicchiere d’olio per ogni chilo di castagne; quindi versate il soffritto ottenuto nella pignatta, aggiungete una manciatina di prezzemolo tritato, aggiustate di sale e lasciate insaporire a fuoco lento aggiungendo se necessario acqua calda, e comunque fino a quando, schiacciandole con una forchetta, cedono sfarinandosi. Servitele ben calde. (Contributo di M. Vaglio)

Così partecipo alla sfida n. 34 del MTChallenge di Novembre

“LE CASTAGNE”