GiocaSorridiMangia

Avventure di una mamma blogger


4 commenti

Molotov pudding per il Redone di Marzo e dintorni

E’ domenica mattina, si parla del Festival di San Remo appena concluso. Un’edizione storica, senza il pubblico in sala, che probabilmente ha restituito alla musica il ruolo di Protagonista che merita. Lungi dal voler fare di questo post una replica delle repliche del Festival, vi dico subito che anche oggi, su questi “schermi”, si parla di ricette, in particolare quelle già testate negli scorsi Starbooks, e più precisamente quella che vi propongo oggi per il REDONE di Marzo, il MOLOTOV PUDDING tratto da Lisbon di Rebecca Seal.

Domani sarà la Festa della Donna, una ricorrenza irrinunciabile per ciò che storicamente rappresenta, ma di cui personalmente farei volentieri a meno, convinta del fatto che non abbiamo bisogno, in quanto donne, di una festa che lo ricordi.

Questo pudding, nato per ricordare una battaglia (Malakoff) durante la Guerra di Crimea, cambiò nome durante un’altra guerra, in Molotov, probabilmente dal nome di un politico. A me questo nome,invece, ricorda l’ordigno incendiario usato nelle guerriglie di piazza…

Ma in realtà l’unica nota esplosiva in questo pudding è la dolcezza, quella che dovrebbe straripare da tutte le donne, insieme ad una buona dose di determinazione e ironia. Retrogusto vaniglia e caramello completano la bontà e la consistenza, resa anche croccante dalle mandorle in lamelle, tostate.

Così è la donna che vorrei essere, o che sono già, leggera al punto giusto, ma anche determinata, auto ironica e dolce.

Il resto è …contorno.

MOLOTOV PUDDING

per 6 porzioni

(traduzione di Stefania Orlando)

  • olio neutro, per ungere gli stampini
  • 4 uova fresche a temperatura ambiente
  • un pizzico di sale
  • 4 cucchiai di zucchero superfino (tipo Zefiro)
  • mezzo cucchiaino di estratto di vaniglia
  • 3 cucchiai di mandorle a lamelle per servire
  • 100 g di zucchero superfino per il caramello

Usando l’olio scelto ed un pezzo di carta da cucina ungere sei stampini da circa 150 ml di capacità.
Preriscaldare il forno a 180 gradi e mettere dell’acqua a bollire.
Montare gli albumi con il sale fino allo stadio soft peaks, ovvero formeranno delle onde morbide. Unire quindi i 4 cucchiai di zucchero a poco a poco, sempre montando, ed infine la vaniglia.
Gli albumi dovranno risultare lucidi e ben montati.
Usando un cucchiaino dividere la meringa tra gli stampini preparati, usandolo per pressare il composto con delicatezza in modo che raggiunga ogni angolo.
Livellare la superficie e battere gentilmente gli stampini sul piano da cucina per eliminare eventuali bolle d’aria.
Mettere gli stampini in una teglia e versare nella teglia dell’acqua bollente in modo che raggiunga circa metà altezza degli stampini stessi.
Infornare e cuocere 12 minuti, tempo durante il quale i dolci si gonfieranno e coloriranno un poco ma si sgonfieranno appena li toglierete dal forno.
Togliere gli stampini dal bagnomaria e far raffreddare i dolci completamente prima di sformarli invertendoli sui piatti da portata.
Tostare le mandorle su fuoco basso e lasciare da parte.
Per il caramello, mettere i 100 g di zucchero in un pentolino con 100 ml di acqua e farli bollire a  fuoco alto. Dopo un po’ lo sciroppo comincerà a cambiare colore, e qui va guardato a vista (watch it like a hawk, come un falco!) e tolto dal fuoco quando ancora dorato e non troppo scuro, altrimenti risulterà amaro.
Dopo un paio di minuti controllare la consistenza, se sarà troppo sodo per poter essere versato sui dolci basta aggiungere dell’acqua, un cucchiaio alla volta, fino alla giusta consistenza.
Fare attenzione perchè il caramello schizzerà un poco all’aggiunta dell’acqua.

P R O M O S S A CON L O D E

NOTE MIE

Mi sono innamorata di questi pudding, di una semplicità imbarazzante, ma di sicuro effetto!

La cosa più difficile è sicuramente il caramello. L’ho rifatto due volte. Il segreto è non perdere la pazienza!

Il sale nella meringa in effetti chi lo usa più? Però, però, però…fate come fa Rebecca, mettetelo pure voi.

Se la vostra unica preoccupazione è come tirarli fuori dagli stampini, state calmi: vengono fuori da soli.

Io ne ho ottenuto uno in meno, cinque. Eppure ho usato esattamente le quantità indicate, riempendo gli stampini fino all’orlo.

Consigliati a fine cena, serviti freddi e accompagnati anche, semplicemente, con una mousse al cioccolato.


20 commenti

La mia Pomegranate Molasses Cherry Cake in versione gluten free per il Club del 27

Le ricette di questo mese, proposte dal Club del 27 con un giorno di anticipo sulla solita data, sono tratte dal libro Fruit Cake di Jason Schreiber, uno dei più noti e influenti food stylist di New York. Ho scelto quella alla melassa di melagrana e ciliegie disidratate perché è stato un colpo di fulmine.

Ahahah…

La melagrana è un frutto che ha sempre attirato il mio interesse, sin da piccola, sia per il colore, sia per l’eleganza dei suoi fiori e la sua mediterraneità, sia per il fatto di offrirsi in tanti chicchi. In realtà pare che qualcuno li abbia contati e risultino essere 615, almeno nella tradizione ebraica, che li equipara al numero delle perle di saggezza raccolte nella Torah.

Frutto sacro presso gli antichi Greci, la melagrana offre molti benefici anche da un punto di vista nutrizionale con un discreto apporto di polifenoli e vitamine.
In particolare, la ricetta di oggi ci permette di gustarla fuori stagione, in quanto è presente come melassa, che potete preparare da voi in autunno oppure acquistare già pronta e a cui si aggiungono le ciliegie disidratate in pezzi, per variare la consistenza e la nota acidula. Adatta certamente ad una colazione energetica e salutare, ma a mio avviso anche per festeggiare un compleanno in pochi intimi, come ho pensato di fare io!!!
N.B. La mia versione è senza glutine per esigenze di salute.

Pomegranate Molasses Cherry Cake
tratto da Fruit Cakes di Jason Schreiber

Ingredienti

100 g di ciliegie disidratate
242 g di melassa di melagrana
125 ml di succo di melagrana
15 g di zenzero fresco grattugiato
187 ml di olio di semi di girasole
284 g di farina (per me senza glutine)
8,4 g di zenzero in polvere
5 g di cannella in polvere
2 g di mix di spezie all spice
1,2 g di pepe nero in polvere
3 g di bicarbonato di sodio
1,5 di sale
2 uova
159 g di zucchero grezzo

Cocktail*
30 ml di succo di melagrana
30 ml di rum bianco
30 ml di liquore all’arancia

*mantenendo la proporzione, meglio prepararne un po’ di più secondo me.

Per servire
Gelato alla vaniglia (potreste provare il mio gelato dello scrittore alla vaniglia e rum).

  1. Tagliuzzate grossolanamente le ciliegie disidratate.
  2. In un pentolino, unite le ciliegie, la melassa, il succo e lo zenzero grattugiato al momento. Scaldate fino a che non si formeranno bollicine ai bordi, mescolando per far disciogliere la melassa. Mettete da parte a raffreddare.
  3. Preriscaldate il forno alla temperatura di 170°C. Ungete con un po’ d’olio di semi una teglia da forno 20x10x5 cm (in vetro o ceramica).
  4. In una ciotola della giusta capienza, unite la farina, lo zenzero in polvere, la cannella, il mix di spezie, il pepe, il bicarbonato ed il sale.
  5. In una ciotola più grande, lavorate insieme olio, uova e zucchero fino ad ottenere un composto cremoso. Aggiungete lo sciroppo di melagrana fatto raffreddare, e successivamente gli ingredienti secchi con una spatola.
  6. Versate il composto nella teglia unta precedentemente e infornate per 1 ora, o comunque fino a cottura ultimata, verificandola con un tester.
  7. Nel frattempo, preparate il cocktail mescolando il succo di melagrana, il rum ed il liquore all’arancia.
  8. Dopo averla sfornata, bucherellate la sua superficie a spazi regolari di almeno 2,5 cm. Versateci poi sopra lentamente il cocktail.
  9. Lasciate che la torta raffreddi del tutto. Se lo preferite, servitela accompagnando con del gelato come vi suggerivo sopra.

Come si conserva
Potete tenere a temperatura ambiente la torta, fino a tre giorni, se ben coperta.


2 commenti

JENNY’S SAGO GULA MELAKA per il Redone di Novembre

Forse per deformazione professionale, a volte torno ad indossare il camice da biologa molecolare e la cucina diventa il mio piccolo laboratorio. Con questo spirito, talvolta, bisogna approcciarsi a ricette come questa, che propongo al Redone di Novembre, l’ultimo dell’anno.

JENNY’S SAGO GULA MELAKA

Da How to Eat a Peach, Diana Henry

Ricetta tradotta da Alessandra Gennaro

per 6 persone

300 g di piccole perle di sago o di Tapioca

300 g di Gula Melaka (o zucchero di palma)

4 foglie di pandan fresche

2 lattine da 400 ml ciascuna di latte di cocco

1 pizzico di sale

 

Procedimento

In una pentola molto capiente, portate a bollore abbondante acqua. Aggiungete il sago e mescolate,fino a quando l’acqua non riprende a bollire. Cuocete per 10 minuti, mescolando di tanto in tanto, poi spegnete il fuoco, mettete un coperchio e lasciate riposare per altri 10 minuti,nel corso dei quali il sago diventerà trasparente. Scoprite la pentola e versate il sago in un colino. Sciacquatelo sotto l’acqua fredda,scolatelo ancora una volta e lasciatelo nel colino ancora un po’,così da eliminare tutta l’acqua. Dopodichè, trasferitelo in una ciotola che avrete sciacquato con acqua fredda (per non far attaccare il sago) e mettete da parte, affinché si raffreddi.

Preparate uno sciroppo con lo zucchero di palma e 250 ml di acqua. Metteteli in una casseruola dal fondo spesso e aggiungete due foglie di pandan annodate. Portate a bollore, poi fate sobbollire a fiamma bassa per 4 minuti,fino ad ottenere la consistenza viscosa di uno sciroppo. Eliminate le foglie di pandan e trasferite lo sciroppo in una ciotola. Tenete da parte.

Versate il latte di cocco in una casseruola,aggiungete le restanti foglie di pandan, sempre annodate e il sale. Portate quasi a bollore,poi abbassate la fiamma e proseguite la cottura, fino a quando il latte si sarà ridotto della metà ed addensato.

Aggiungetene un po’ al sago, separando le perline con un cucchiaio, e servite accompagnando con lo sciroppo e il restante latte di cocco, da parte.

 

Note mie

AAA. Attenzione alle quantità. Io ho rapportato tutto a 60 g di Tapioca (pesata a secco).

– Il pandan dalle mie parti non si trova. Inizialmente pensavo di sostituirlo con foglie di stevia, poi ho seguito i consigli di Alessandra e ho usato un po’ di estratto di vaniglia.

– Se non avete mai cucinato la tapioca, immagino la vostra difficoltà, però qui è indicato bene.

– Con il latte di cocco l’esperienza è stata disastrosa. Ho preso quello in lattina. Non vi dico lo spreco! Inoltre è un prodotto che alle nostre temperature, che ormai sono sotto i 25 °C, inizia a solidificare, perciò non potete conservarlo in frigo dopo averlo fatto rapprendere, perchè solidificherà e vi sembrerà di mangiare un pezzo di plastica. Usate al momento.

– Il dessert, invece, va gustato freddo, perchè è davvero dissetante! Onestamente mi è piaciuto. La ricetta non è riproducibile fedelmente alle nostre latitudini, ma è stata davvero un’esperienza divertente! Sarà che mi era rimasta negli occhi e morivo dalla voglia di provarla! Ad ogni modo, per ovviare all’inconveniente del latte di cocco, potete accompagnare con una crema a vostro gusto. Io la salvo, e la rifarò. In estate.

 

P R O M O S S A


8 commenti

Courgette, orange and almond cake per il Redone di Ottobre

 

Non vedevo l’ora di dire a mio figlio che avevo superato l’esame -si, a quarant’anni suonati son lì sempre a studiare- e niente, sapete cosa mi ha candidamente risposto? “Brava mamma, cosa hai vinto?!” 

Sono gli interrogativi peggiori, questi. Cosa ho vinto? Capite bene che avevo bisogno di un dolce per riprendermi, e, perché no? fare come fa mia suocera, che nasconde verdura in ogni piatto, anche il più pensato, però, così oltre non si era mai spinta.

COURGETTE, ORANGE AND ALMOND CAKE WITH SWEET YOGURT FROSTING per il Redone di Ottobre

da Bazaar di S. Ghayour

Ingredienti per uno stampo da 23 cm di diametro traduzione di Patrizia Malomo
3 uova grandi
150 g di zucchero semolato
la scorza finemente grattugiata di 3 arance non trattate
300 g di mandorle macinate
300 g di zucchine grattugiata grossolanamente
150 g di burro fuso e intiepidito

Per il frosting
150 g di yogurt greco
50 g di zucchero a velo setacciato
la scorza di una arancia non trattata grattugiata finemente per decorare

Scaldate il forno a 180° e foderato uno stampo a cerniera con carta da forno.
Mettete le uova e lo zucchero in una larga ciotola (o planetaria) e sbatteteli bene fino ad ottenere un composto chiaro e leggero. Aggiungete quindi la scorza di arancia, le mandorle, le zucchine e per finire il burro fuso e tiepido ed impastate fino a che il composto non sia morbido ed omogeneo.
Versate l’impasto nello stampo preparato e cuocete per 1h20 minuti quindi togliete dal forno e lasciate raffreddare nello stampo.
Per fare il frosting, mescolate gli ingredienti in una ciotola.
Con cautela togliete il dolce dallo stampo e sistematelo su un piatto di portata.
Spalmatevi sopra la glassa e cospargete con la scorza di arancia.
Il dolce si conserva due o 3 giorni in frigo ma portatelo a temperatura ambiente prima di servire.

Note mie

  • Avevo fatto una versione di prova, con le carote, al posto delle zucchine ed ovviamente avevo ottenuto un gusto più neutro. Qui le zucchine sono protagoniste e risulterebbero eccessive se non ci fosse l’olio essenziale della buccia d’arancia a profumare il tutto. Inoltre le zucchine hanno troppa acqua e, a mio parere, bisognerebbe metterle a colare sotto un peso prima di aggiungerle all’impasto.
  • L’effetto sorpresa è garantito. Nessuno, dico nessuno, sospettava ci fossero le zucchine. Il frosting, invece, è opinabile, non necessario o, almeno, non ha incontrato il gusto di tutti. Personalmente questo genere di decorazione è quella che preferisco.
  • Il mistero di questa torta resta tale. A 55 minuti è già piuttosto dorata e pensi stia per bruciare, in realtà può rimanere ancora 15 minuti, e dopo aver areato un po’ il forno. Resta davvero un dilemma capire quale sia la soluzione migliore.
  • Ho usato uno stampo in pyrex da 26 e ho ottenuto comunque una bella altezza, anzi, in cottura era cresciuta e gonfiata tanto, poi è tornata giù.

RIMANDATA

 


2 commenti

Saffron layer cake. La mia versione gluten free per il Redone di Gennaio.

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

da SCANDIKITCHEN CHRISTMAS di Bronte Aurell

Qui trovate la versione glutinosa originale, che oggi io ho rifatto senza glutine per inaugurare la serie compleannosa della nostra famiglia e partecipare con un bis al Redone di Gennaio 2019.

Nati in inverno, festeggiamo senza il sole…ma grazie allo zafferano, un po’ di colore lo recuperiamo ugualmente. Questa torta, poi, si presta un po’ a tutto, anche all’inzuppo nella tazzina di caffè del giorno dopo. Anzi, ve lo consiglio!!

Se volete realizzarla con rigore geometrico, procuratevi da subito gli stampi giusti:ve ne occorrono 3. Io ho usato quelli usa e getta in carta da forno, ma poi per impilarli uno sull’altro, la geometria va a farsi friggere. Il diametro è da 18 cm.

per la torta
50 g di burro
100 ml di latte
1 pizzico di zafferano pestato al mortaio, per me lasciato in infusione.
4 uova
325 g di zucchero semolato, fine**
300 g di farina 00*
2 tsp di lievito per dolci
1/2 tsp sale
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
50 g di yogurt bianco, greco o simile
frutti rossi brinati per decorare, per me ribes
per il frosting
75 g di marzapane
300 g di zucchero a velo
150 g di burro morbido
latte
limone, a piacere
Accendete il forno a 180 gradi. Fate sciogliere il burro in un pentolino, poi unitevi il latte e lo zafferano, a fuoco spento. mescolate e lasciate in infusione, mentre vi dedicate alla preparazione della torta. Montate le uova con lo zucchero, con le fruste elettriche, fino ad ottenere un composto soffice e spumoso. Mescolate da parte la farina con il lievito e il sale e setacciateli. Uniteli poi al composto di uova, incorporandoli dal basso verso l’alto perché non smonti. Profumate con la vaniglia. Aggiungete lo yogurt e il latte allo zafferano, incorporandolo con una spatola, sempre con movimenti dall’alto verso il basso, fino ad avere un composto liscio e semi fluido. Dividetelo in tre parti uguali nei tre stampi precedentemente preparati e infornateli a forno caldo per 12-14 minuti (nel mio forno 15, in modalità ventilata).
Sfornate, lasciate intiepidire 5 minuti negli stampi, poi sformate
e fate raffreddare sulla gratella.
Nel frattempo, preparate la crema
Stemperate il marzapane in una ciotola, con 2 cucchiai di acqua calda: servirà ad evitare i grumi. Setacciate lo zucchero a velo in un’ampia ciotola, unite il burro e montate con le fruste, fino alla massima velocità. Unite il marzapane e montate ancora, fino a quando avrete una crema liscia e spumosa. Se dovesse essere troppo densa, allungatela con un cucchiaio di latte. Se per i vostri gusti fosse troppo dolce, bilanciatela con l’aggiunta di qualche goccia di  succo di limone.
Montate la torta: mettete il primo strato sul piatto da portata e spalmatevi sopra uno strato di crema. Sovrapponete il secondo strato, spalmatelo con la crema e fate lo stesso con il terzo. Se volete, potete anche spatolare la crema tutto intorno, come nella foto, per dare un effetto “frozen” 😉
Note:
-E’ sempre azzardato reinterpretare senza glutine una qualsiasi ricetta nata col glutine, però io faccio di necessità virtù…ho sostituito la farina 00 con l’amido di mais, ma ho sacrificato un uovo. Questo “bilanciamento” mi consente di valutare altri aspetti, come tempi di cottura, ecc.
-Ho utilizzato zucchero di canna per la torta. Inizialmente avevo pensato alla stevia, ma con i volumi non avrei ottenuto un risultato decente. Mi è sembrato un buon compromesso tra salvezza del girovita e salvezza del palato 😉
-Ho fatto il marzapane partendo da mandorle intere già pelate e tenute in ammollo, frullando insieme allo zucchero semolato, in parti uguali. Ne ho preparato un po’ di più per tenerlo disponibile. Prima di utilizzarlo per il frosting, l’ho tenuto in frigo a riposare.
-Ho usato anche il limone, per paura che la torta risultasse troppo dolce e ho lasciato il ribes al naturale sempre per lo stesso motivo.
-Ovviamente non ha la sofficità di una torta con la maglia glutinica, ma ci ha davvero soddisfatto con questo aroma così gustoso e diverso dal solito
-La sua bontà è mantenuta anche inzuppata nel caffè, un sacrilegio possibile. Fidatevi.
-Le foto sono pessime, fuori pioveva ed era in corso la festa di compleanno,però vi lascio anche quella dell’interno per farvi vedere gli strati.
OLYMPUS DIGITAL CAMERA
a2bredone


4 commenti

Oum Ali-Egyptian bread pudding per il Redone

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Da Baklava to Tarte Tatin di B. Laurence proviene questo Dolcino veloce veloce che ho realizzato con dei croissant senza glutine confezionati, alla ricerca di una ricetta che parlasse di Medio Oriente, e, come ultimamente mi succede, l’ho trovata nel repertorio dello Starbooks, precisamente qui. L’ho realizzata per il Redone di Ottobre.

Nel nome, un piccolo mistero. Anzi due. La mamma di Ali (oum Ali) chi è?…

Sul pudding “egiziano” possiamo anche parlare, o almeno supporre. Ignoro la posizione dell’autore sull’argomento, però è assolutamente plausibile l’accostamento della parola pudding con l’aggettivo egiziano. O almeno così pare…nel senso che il britannico pudding pare sia stato importato dagli antichi Romani ai tempi delle grandi conquiste, tanto che il famoso butellum di cui parla Apicio altro non è che un pudding in versione salata.

Da Giulio Cesare a Cleopatra è un attimo, vero? Insomma, questa è una mia supposizione, ma ad ogni modo questa ricetta ha il suo perché😉!

Per 6-8 persone:

4 croissants vuoti, vecchi di 2 giorni (per me senza glutine)
50 g di pistacchi
50 g di uva sultanina
50 g di mandorle a lamelle + altre per guarnire
50 g di gherigli di noci
50 g di noce di cocco grattugiata
150 g di zucchero semolato
1/2 cucchiaino di cannella
50 g di latte in polvere
750 ml di latte
250 ml di panna
1 cucchiaio di acqua di rose (oppure di estratto di vaniglia)Sciroppo di rose

6-8 stampi da ramequin

Preriscaldare il forno a 200 °C in modalità statica.
Rompere i croissants con le mani in grossi pezzi e distribuirli tra gli stampi da ramequin.
In una ciotola mettere tutta la frutta secca e mescolarla con le mani; distribuirla uniformemente tra glii stampi da ramequin e mescolare ognuno di essi, perché si distribuisca uniformemente.

Mettere zucchero, cannella e latte in polvere in una pentola e scaldarli su fiamma media. Aggiungere il latte, la panna e l’acqua di rose (o l’estratto di vaniglia) mescolando. Portare a bollore mescolando continuamente, poi versare negli stampi da ramequin.
Far riposare 10 minuti per permettere ai croissant di assorbire bene il composto, poi infornare per 15-20 minuti, finché la superficie non abbia assunto un bel colore dorato.
Servire tiepidi.

NOTE

Non ho il libro di Laurence perciò ho seguito il lavoro come ha fatto Mapi. I lievitati senza glutine, però, hanno bisogno di più liquidi, ma a sorpresa il risultato è stato eccellente. Ho usato lo sciroppo di rose, perché non avevo l’acqua di rose e credo che sia stato quello a legare meglio, essendo anche più denso.

La farina di cocco in alcuni stampi è rimasta tale, non è stata “assorbita”.

E’ un dolce veloce e sorprendente, allo stesso tempo.

Avevo degli stampi da pudding in alluminio molto piccoli e ne ho provato uno, oltre ai ramequin in ceramica. Sono riuscita a sformarlo comodamente per un impiattamento più elegante (foto sotto).

Ho servito con dei ciuffi di panna montata.

Piaciuto tantissimo a tutti.

PROMOSSO

nota 2

Per l’origine del “pudding” leggete l’articolo di Alessandra Gennaro pubblicato su “A Tavola” n. 8 Agosto 2016. E’ illuminante.

 

OLYMPUS DIGITAL CAMERA


6 commenti

Madeira cake per lo Starbooks REDONE. Una versione gluten free.

Prima delle vacanze estive avevo proposto una ricetta per il Redone, che però è arrivata l’ultimo giorno utile per partecipare. Questo mese, con la ripresa settembrina, ho deciso di “giocare” d’anticipo sulle mie già affollate tabelle di marcia. Con questa torta che vi propongo tratta da Salt is Essential di S. Hill, avevo anche partecipato alla sfida del British tea, ma era nata per il Redone, perciò ve la presento, ringraziando chi mi ha preceduto nella realizzazione dell’originale, la bravissima Patty del blog Andante con gusto. Ecco a voi la mia Madeira cake (senza glutine).

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Ingredienti

170 g di burro non salato, a temperatura ambiente + per imburrare lo stampo
170 g di zucchero semolato
la scorza grattugiata di 1 arancia ed un limone + un cucchiaio di succo di limone
4 uova
170 g di farina 00  senza glutine per dolci Amo Essere
un cucchiaino scarso di lievito in polvere
un pizzico di sale

Preriscalda il forno a 170°/150° ventilato. Imburra uno stampo da 225 g.
Monta a crema il burro con lo zucchero e le scorze degli agrumi – un robot da cucina o uno sbattitore elettrico andranno benissimo – quindi aggiungi le uova, una alla volta.
Per ultimo, aggiungi il succo del limone, la farina, il lievito ed il sale.
Versa a cucchiaiate l’impasto nello stampo preparato e cuoci per c.ca 1 ora.
Lascia raffreddare per un poco prima di trasferire la torta su una gratella.

Considerazioni

Sono stupefatta dalla bontà di questa torta che si presta a tante variazioni. Per necessità l’ho dovuta realizzare senza glutine, sostituendo la farina ed il gioco è riuscito alla perfezione.

 

PROMOSSA 

 


Lascia un commento

Babà gluten free con gelatina di albicocche per il Calendario del Cibo Italiano

DSCN0518

La testardaggine, indubbiamente, è un difetto. Nel mio caso è uno strumento, che sostituisce planetarie e farine poco malleabili, e ringrazio Dio di esser stata assemblata così. E se così non fossi, oggi non ci sarebbe questa ricetta del Babà senza glutine sul mio blog. Il Babà è un’istituzione e perciò tutti devono aver se non altro la possibilità di mangiarlo anche solo per una volta nella vita. Questa è la mia filosofia, ora passo e chiudo, perché la ricetta è un tantino lunga. L’ho scoperta grazie all’MTC e precisamente la sfida #39. La condivido con piacere per la GN del Babà che il Calendario del Cibo Italiano celebra oggi. Sul sito ne vedrete millemila, non volevo far mancare anche questa. Alla prossima.

Ingredienti

300 g di farina gluten free 

3 uova grandi

100 g di burro

100 g di latte

25 g di zucchero

10 g di lievito di birra

½ cucchiaino di sale fino

 

Lievitino

Sciogliere il lievito di birra con 50 g di latte tiepido e impastarli con 70 g di farina, tutti presi dal totale degli ingredienti. Lasciar lievitare fino al raddoppio, coprendo la ciotola con un telo inumidito. 

Trascorso il tempo di lievitazione riempire una boule con dell’acqua e immergere il lievitino; quando viene a galla, strizzare bene con le mani, prima dell’uso. (da Celiachia Oggi n. 14, pag. 37)

Primo impasto

Versare in una ciotola il resto della farina (230 g), fare la fontana, versarci il lievitino e le tre uova. Impastare schiacciando ripetutamente nella mano l’impasto per amalgamare le uova e aggiungere un cucchiaio alla volta di latte per ammorbidirlo un po’, man mano che se ne senta la necessità, facendo attenzione a non renderlo molle; poi impastare energicamente, sbattendolo verso la ciotola per una decina di minuti. Coprire e lasciar lievitare per 80/90 minuti e comunque fino al raddoppio.

Secondo impasto

In una ciotolina lavorare il burro a pomata, impastandolo con il restante zucchero (25 g) e il sale. Aggiungerlo al primo impasto  una cucchiaiata alla volta facendo  assorbire bene  prima di aggiungere  la successiva. Lavorare per 5 minuti nella ciotola, poi ribaltare l’impasto su un piano da lavoro e iniziare a lavorare energicamente piegandolo e sbattendolo più volte per 15/20 minuti. Qui bisogna avere tenacia e resistenza perché questa è quella fase in cui è possibile ottenere un babà spugnoso e morbido, capace di assorbire e trattenere la bagna.

Quando inizierà a staccarsi dalle mani e piegandolo manterrà una forma tondeggiante, senza collassare e vedremo l’accennarsi di bolle d’aria il nostro impasto è pronto.

 Per poterlo sistemare agevolmente nello stampo preventivamente imburrato, staccare dalla massa dei pezzi di pasta schiacciandoli con pollice e indice, come volessimo strozzarli, ottenendo così 6 palline.

Una volta completato il giro, con l’indice  sigillare gli spazi tra una pallina e l’altra, coprire con un telo umido e lasciar lievitare in forno spento con luce accesa per 2 ore, fino a triplicare di volume.

Accendere il forno  a 220°, raggiunta la temperatura infornare, abbassare a 200° e cuocere per 25 minuti.

Dopo circa 10 minuti di cottura coprire con un foglio di alluminio, per evitare che la superficie scurisca.

A cottura ultimata lasciar intiepidire per 15 minuti e capovolgere il babà possibilmente in una ciotola larga e bassa. 

Per la bagna

1 lt di acqua

300 g di zucchero

2 cucchiai di Tè Matcha in foglie

Versare l’acqua in una pentola e aggiungere lo zucchero, lasciando sobbollire per 10 minuti.

Spegnere, lasciar intiepidire, aggiungere le foglie di tè verde e lasciare in infusione da tre a cinque minuti, passarlo attraverso un colino a maglie strette e versare sul babà ancora tiepido. Ogni 15/20 minuti, aiutandosi con un mestolino, raccogliere lo sciroppo sul fondo del babà e irrorarlo di nuovo. Continuare così finché non si presenta ben inzuppato e tratterrà lo sciroppo più a lungo, cedendolo sempre più lentamente. Adagiarlo su un piatto da portata, facendolo scivolare con molta attenzione.

Prima di decorare il babà, bisogna “lucidarlo” con della gelatina di albicocche. Io non ne avevo, perciò l’ho preparata il giorno prima, utilizzando uno zucchero per me un po’ speciale, lo uso nelle grandi occasioni, è lo zucchero bruno del Perù.

La ricetta è qui, ho fatto un post a parte, anche se non è difficile prepararla, volevo alleggerirvi un po’ la lettura.

Per la crema allaVaniglia

250 ml di panna fresca da montare

1 cucchiaio di zucchero a velo

1 ml di estratto di Vaniglia senza glutine

uvetta sultanina per decorare

Montare bene la panna con lo zucchero a velo, aggiungendo l’estratto poche gocce alla volta. Decorare a piacere, utilizzando dell’uvetta sultanina

logocommunity

 

DSCN0530


Lascia un commento

Banana Bread al cioccolato.

DSCF2413.JPG

Per festeggiare i primi tre anni di questo Blog strampalato, eccovi una ricetta che avevo in mente da un bel po’…non sarà la Raindrop Cake che sta facendo impazzire New York, ma vi assicuro che è molto buono, e,per una colazione abbondante, è quello che ci vuole. Questa versione è senza glutine e senza uova. Inoltre, se sostituirete il latte con una bevanda vegetale, sarà anche un’ottima soluzione vegan. A voi la scelta 😉

Ingredienti

(per una teglia da plumcake da 20 cm)

  • 250 g di farina autolievitante gf
  • 2 banane mature
  • 80 g di malto di riso
  • 50 g di latte ps
  • 13o g di cioccolato fondente a scaglie
  • 35 g di olio di semi
  • un pizzico di sale

 

a. Mescolare in una ciotola farina e sale.

b. Aggiungere l’olio, il latte e il malto di riso.

c. A parte, schiacciare le banane senza buccia, ottenendo una purea omogenea.

d. Aggiungere la purea all’impasto. Mescolare bene.

e. Aggiungere, infine, il cioccolato in scaglie.

f. Preriscaldare il forno a 180 °C in modalità statica, versare l’impasto nello stampo, dopo averlo foderato con carta da forno, e infornare per almeno 45 minuti.

g. Fare intiepidire prima di affettare.

 

 

 

 

 

 


Lascia un commento

Un sacco di chiacchiere

Il post che avevo programmato per il Natale non è andato a buon fine, il motivo tecnico non lo ho ancora capito, ma, d’altra parte, come auguri erano un po’ insipidi, non avevo neppure regalato una ricettina…

Spero di rifarmi con queste chiacchiere senza glutine, buone buone e anche belle …. diciamolo!!!

Armatevi di un po’ di pazienza,perché le farine senza glutine fanno i capricci, proprio come i bimbi, a  cui in particolare piacciono molto questi dolcetti carnevaleschi.

 

Ingredienti

100 g maizena

100 g farina senza glutine (anche quella per pane va bene)

1 tuorlo

50 ml di olio di semi

25 g di zucchero

1 cucchiaino di vaniglia estratto liquido

latte qb

Olio per friggere

***

Lavorare a lungo l’impasto in una terrina fino ad ottenere un panetto morbido.

Trasferirlo su una spianatoia e stenderlo sottile con l’aiuto di un mattarello.

Ritagliare dei rombi e inciderli nel centro, facendo ri passare, se volete, una delle estremità dall’altra parte della fessura.

A parte preparare l’olio per friggere e portatelo alla giusta temperatura, mettendo a friggere i dolcetti pochi alla volta.

Mettete ad asciugare su della carta assorbente e, infine, spolverate con dello zucchero a velo su cui sia specificata la dicitura “senza glutine”.