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Avventure di una mamma blogger


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Orata al cocco per il viaggio dei sapori

Mangerei pesce tutti i giorni, ma sicuramente durante le festività di questo periodo è più presente sulle nostre tavole. Lasciando ai documenti ecclesiali il ‘perché’ ed il ‘per come’ si sia pervenuti ad identificare questo alimento come “magro”, e quindi una valida alternativa alla carne, per me non è certo una penitenza consumarlo, anzi, semmai, il contrario …

Oggi per Il viaggio dei Sapori di Aifb ho provato un abbinamento che non credevo possibile, e invece? E invece mi sbagliavo. Il cocco e l’orata vanno d’accordo, e come! Provare per credere. Procuratevi delle orate (fatele pulire al pescivendolo per risparmiare sui tempi) e preparate un chutney con del cocco (non necessariamente quello fresco, va benissimo quello essiccato in scaglie che avrete fatto rinvenire un po’ in acqua. Vi lascio gli ingredienti e il procedimento, ma voi fatemi sapere come è andata.

Per 6 persone

Chutney

1 cucchiaio di olio di semi

1/2 cipolla

3 g di semi di cumino

3 spicchi d’aglio

qualche foglia di prezzemolo

peperoncino (facoltativo)

succo di limone

1 cucchiaino di zucchero

100 g di cocco fresco o a scaglie essiccato (metà dose)

sale

Pesce

6 orate già pulite (ca 300 g ciascuna)

limone a fette per servire

Preriscaldate il forno a 200°C.

In un pentolino, iniziate a preparare il chutney dorando la cipolla, tagliata grossolanamente. Nel frullatore, versate la cipolla e tostate nel pentolino i semi di cumino., poi uniteli nel frullatore con tutti gli altri ingredienti del chutney. Dovrete ottenere una pasta grossolana e verificare la sapidità. Condite il pesce sui due lati spalmando il sale, riempitelo di chutney, sia dentro che fuori. Infornate almeno 20 minuti o almeno fino ad ottenere una carne bianca.

Servitelo intero con delle fette di limone e delle scaglie di cocco, insieme a del prezzemolo. Potreste decidere di accompagnarlo con del riso.


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Cuor di sorbetto alle more e ibisco, tra mito e parole

Anche le more stanno per finire, un po’ per gli incendii un po’ perché non sempre mi ricordo di andare a raccoglierle e c’è chi ci pensa al posto mio…queste di oggi me le ha regalate un’amica, Barbara, un tipo deciso, coi capelli scuri come il carbone, anzi, proprio come queste more.

Cosa sarebbe la vita senza gli amici? O senza le more? Poi c’è anche il detto secondo cui “agli uomini piacciono le bionde, ma sposano le more” ma questo è ancora tutto da dimostrare, esattamente come la ricetta di oggi: un sorbetto che toglie il fiato, un “cuor” di sorbetto, appunto.

Vi piace la parola “cuore”? Quante volte al giorno la pronunciate? E per quali motivi? Come ha scritto qualcuno, nella vita ordinaria alcune parole ci passano davanti come se fossero avvolte in un involucro*. Tranne, forse -secondo me- la parola “cuore”, proprio perché esso è l’involucro, è l’imballaggio di tutto noi stessi. La parola cuore, più che pronunciarla, bisogna viverla, bisogna ricordarsi ogni tanto di essere vivi, di sentir pulsare il nostro cuore e ascoltarne i battiti, o ascoltare i battiti del cuore di chi ci sta accanto.

Questo cuor di sorbetto alle more di rovo e ibisco ricorda davvero un cuore, me ne sono accorta stamattina, quando ancora un po’ addormentata, l’ho tirato fuori dal freezer per fotografarlo. Dopo aver organizzato un piccolo set con una ciotolina che soddisfaceva le mie poche pretese in fatto di palette di colori, il suo colore così vivo e la sua forma così tonda, con la sua consistenza così densa, mi hanno ricordato proprio un cuore…da lì, pensare al mito di Dioniso è stato un attimo, reduce qual ero da una lezione di scrittura creativa sugli specchi e sui miti greci.

Si narra da qualche parte che quando i Titani trovarono il piccolo Dioniso ancora in fasce, prima di smembrarlo, gli regalarono dei giochi, tra cui uno specchio (convesso), che catalizzò l’attenzione del bambino, ancora ignaro del destino cui era stato consegnato. Ecco, ho un compito da svolgere per la prossima lezione: guardare in quello specchio e, in qualche modo, descrivere cosa ci ha visto Dioniso.

Sinceramente, non so da dove iniziare, ma intanto ho fatto questo sorbetto, a pranzo lo mangerò.

Qui lo vedete fotografato davanti uno specchio, e ora capirete il perché di un “cuore” allo specchio…narra il mito che i Titani smembrarono il corpicino di Dioniso e ne fecero uno spezzatino, ma il cuore fu dimenticato..restò integro. Qualcuno lo colse, e da lì rinacque Dioniso, per la seconda volta.

Eccovi spiegato il cuore e lo specchio.

Con questa ricetta partecipo al simpatico contest di Aifb #ilviaggiodeisapori e vi ricordo che le more non ingrassano, hanno un elevato contenuto in Potassio e tanto fosforo.

Cuor di sorbetto alle more di rovo e ibisco

Ingredienti per 2

1 cucchiaio di infuso di ibisco e frutti rossi

125 ml di acqua

175 g di more di rovo

100 g di zucchero semolato

un colino

un frullino

Preparate un infuso di ibisco e frutti rossi, filtrate e lasciate raffreddare. Versate nuovamente nel pentolino l’infuso, dopo averlo filtrato e aggiungete lo zucchero. Mentre lo zucchero si dissolve sul fuoco, frullate le vostre more, dopo averle ben lavate.

Versate la purea di more nello sciroppo di ibisco e fate sobbollire per altri tre o quattro minuti. Togliete dal fuoco e filtrate di nuovo, per togliere tutti i semini. Potete usare il colino, o al limite una garza di nylon.

Prima di mettere in freezer, il composto deve esser lasciato raffreddare a temperatura ambiente.

Tenete in congelatore tutta la notte. Sporzionate e servite.

*Paolo Nori, I russi sono matti, pagg.40-41.