GiocaSorridiMangia

Avventure di una mamma blogger


9 commenti

Il mio “kabuli palaw” per il Club del 27

Settembre sta già per finire, ancora qualche bella giornata di sole per affrontare meglio l’autunno, che nel mio Salento tarda ad arrivare. Oggi vi propongo un piatto di riso pilaf con carote e uvetta, una ricetta speziata della cucina afghana.

Come ogni mese, per il Club del 27 ci è stato proposto un elenco di ricette da cui scegliere;questa volta sono tratte da “Parwana” di Durkhanai Ayubi, una giovane profuga che dopo aver lasciato il suo paese a causa della guerra del 1985, ha aperto il suo ristorante in Australia. Il libro è del 2019, gode di una buona critica e ha riscosso alcuni premi. A giudicare da questo piatto, mi sento di consigliarvelo, perché le ricette sono ben descritte e provengono dalla cucina della madre dell’autrice, Farida, perciò sono le ricette di casa, quelle che si tramandano ai propri figli e nipoti.

La scelta su questo libro non è stata casuale, visto il periodo storico che stiamo vivendo, in cui un’altra guerra vessa il popolo afghano, privandolo di ogni forma di libertà. Parwana vuol dire “farfalla”, un titolo ben augurante e oggi più che mai simbolico. Sono davvero contenta per la proposta del Club e soddisfatta della mia scelta.

Kabuli palaw – Pilaf di riso con carote e uvetta

Ingredienti

125 ml di olio di girasole

2 cipolle tritate

500 g di carne di agnello disossata grossolanamente (a molti non piace e consiglio una variante più delicata con tacchino)

600 g di riso basmati in ammollo (questa quantità potrebbe essere eccessiva)

cumino in polvere

cardamomo in polvere

Per il topping

500 ml di olio di girasole

2 carote grattugiate

170 g di uvetta sultanina

una manciata di mandorle tritate

una manciata di granella di pistacchi

2 cucchiai di zucchero

1 cucchiaino di cardamomo

  • Per preparare il riso, in una pentola a pressione versa l’olio e aggiungi la cipolla tritata, lasciando andare 5 minuti a fiamma alta. Aggiungi la carne, lasciandola rosolare altri 5 minuti, mescolando di tanto in tanto. Aggiungi 1 litro di acqua bollente e del sale, chiudi col coperchio e aumenta la pressione. Cuoci per circa 15 minuti, poi togli il coperchio lentamente, togli la carne dal tegame e mettila da parte. Usa il brodo successivamente per insaporire il riso.
  • Metti a bollire 2,5 litri d’acqua; nel frattempo cola il riso dall’ammollo e versalo nell’acqua che bolle, insieme a del sale. Fai cuocere per 6-8 minuti (o fino al raddoppio del volume del riso). A cottura ultimata, cola il riso e rimettilo in padella col brodo. Aggiungi il cumino, il cardamomo e del sale.
  • Usando il mestolo afgano (kafgeer) o un altro cucchiaio, mescola con delicatezza. Aggiungi la carne, rimetti il coperchio e continua la cottura a pressione fino al fischio; abbassa, poi, la temperatura e continua a cuocere per altri 20 minuti.
Topping
  • Scalda l’olio in una padella. Aggiungi le carote e friggi 4-5 minuti, poi toglile e mettile da parte; nello stesso olio aggiungi l’uvetta e friggi per circa 3 minuti. Togli l’uvetta e aggiungila nella ciotola delle carote, insieme alla frutta secca tritata, lo zucchero ed il cardamomo, mescolando con delicatezza.
  • Usando un piatto da portata, unisci il riso con il topping e servi subito.


7 commenti

Il riso “rosso” per Mtchallenge Taste the World

 

riso rosso

Come by Here, my Lord è quasi un salmo che oggi si colora con le tinte forti di un popolo venuto da lontano, nel tempo e nella geografia, riaffiorando sulle labbra con una lingua che ha il sapore di casa e diventa Kumbaya, la lingua dei Gullah- Gee chee.

Con la ripresa del MTChallenge, parte un nuovo progetto, che porterà la Community a riscoprire le #minoranze etniche, andando a trovarle nella loro cucina, nella convinzione che la cultura passa da lì.

I Gullah- Gee Chee sono i diretti discenti dei primi schiavi Africani deportati in America oltre quattro secoli fa. Liberati dai Nordisti durante la Guerra di secessione, in quanto abbandonati dai padroni.

Il destino che attende i Gullah-Geechee è un destino già scritto, nel DNA di questa comunità. E’ un destino fondato sulla consapevolezza che i due secoli di schiavitù non hanno intaccato il loro senso di appartenenza, rinforzando semmai la loro cultura. (Alessandra Gennaro)

Ne parliamo perché sono stati i primi a intravedere la possibilità di coltivare il riso in America, in quella zona dal clima subtropicale del South Carolina dove erano stati “ripiantati”. La loro sapienza, la loro pazienza, hanno permesso a questo cereale di vivere una seconda volta in una terra nuova.

Le risaie, prima di essere la culla dell’alimento principale di oltre la metà della popolazione mondiale, sono una delle dimostrazioni più eloquenti del rapporto tra coltura e cultura: fare spazio a un cereale proveniente dall’estremo oriente, modellare la pianura anno dopo anno, progettare una rete di canali e di fossi e ripartire il terreno in “camere”, come se i campi fossero il disegno a cielo aperto della pianta di una casa in costruzione, con le paratie e le chiuse al posto degli usci… Tutto questo richiede l’assunzione di un preciso modo di pensare e di porsi in rapporto alla terra, all’acqua e agli altri, non fosse che per coordinare il momento cruciale in cui il terreno seminato viene ricoperto da un velo e diviene terra d’acqua. (Enzo Bianchi, L’uomo che nasce da un chicco di riso)

 

Il pomodoro indica l’integrazione, la volontà di incontrare l’America, l’apertura all’uomo bianco, antico padrone, oggi fratello.

Personalmente di questa ricetta ho amato prima il profumo, dato da un inconfondibile match aromatico tra cipolla, aglio e alloro.

Si tratta della versione di Toni Tipton- Martin  in Jubilee e la Community ha avuto l’onore di reinterpretarla pedissequamente e riproporvela, ognuno dalla propria cucina. Gli ingredienti sono davvero a portata, li avrete certamente in dispensa anche voi.

Unico problema può esser il bacon, ma andate pure di pancetta, come hanno fatto molte di noi. Questa prova anticipa di qualche giorno la ricetta creativa, con la quale spero di incuriosirvi, perciò vi aspetto qui o sul sito, rinnovato dell’MTChalenge.

Stay tuned!

 

riso rosso 2

Red rice da Jubilee

Ingredienti

  • 3 fette di bacon a cubetti o 3 cucchiai di burro (per me pancetta ma anche burro)
  • mezza cipolla tritata
  • 1 spicchio d’aglio tritato
  • 1 tazza di riso Basmati (225 g)
  • 180 g di passata di pomodoro (per me quella fatta in casa)
  • 1 cucchiaino di zucchero
  • 1 cucchiaino di sale
  • ½ cucchiaino di pepe nero
  • 1 foglia di alloro
  • 470 ml di brodo di pollo o acqua (io ho utilizzato solo acqua)

Preparazione

  1. Fate andare il burro e la pancetta (o il bacon) fino a fondere l’uno e render croccante l’altra.
  2. Aggiungete la cipolla e fatela cuocere nel grasso, fino a quando sarà traslucida (2-3 minuti).
  3. Aggiungete l’aglio e proseguite la cottura per un minuto circa. Unite poi il riso e cuocetelo, mescolando, fino a quando i chicchi perderanno la loro trasparenza. Unite quindi tutti gli altri ingredienti e portate a bollore, a fiamma alta.
  4. Abbassate la fiamma, mettete il coperchio e proseguite la cottura per 20-25 minuti, mescolando di tanto in tanto. Quando il riso è cotto, spegnete il fuoco e fate riposare per 5 minuti, sempre coperto. Dopodiché, eliminate la foglia di alloro e sgranate il riso con una forchetta, prima di rovesciarlo nel piatto da portata. (n.b. se usate un coperchio di vetro, potrete controllare la cottura senza scoperchiare, anche se questa cottura pilaf non è proprio quella originale e non succederebbe nulla, anzi date una bella mescolata!)
  5. Regolate di sale e pepe e , se avete usato il bacon, guarnitelo con i cubetti tenuti da parte.

banner-della-sfida-gullah-geechee-1024x478-2

 

Un po’ di me…

IMG-20200630-WA0008

Il mio pezzo d’Africa ce l’ho vicino casa, presso la Comunità Comboniana di Cavallino.

Innanzitutto è uno spazio che accoglie chiunque voglia riconciliarsi con la natura, essendo una vera e propria nicchia ecologica dove crescono rigogliose varie specie botaniche, come alloro e timo, agrumeti, querce vallonee, eucalipti.

La costruzione che vedete alle mie spalle è ad uso didattico dei Padri Comboniani. Non si può accedere senza un permesso al loro interno. Ho voluto fare uno scatto per darvi l’idea.

Voi avete il vostro pezzo d’Africa?

 

 

 


Lascia un commento

Riso alle lenticchie rosse. Un piatto che vale…

Bentrovati tutti,no non ero in vacanza, anzi ho lavorato “il doppio”…ma è una lunga storia. Voi piuttosto, come state? Avete mangiato bene in questi giorni? Da oggi credo che leggeremo diverse ricette di cucina del riciclo, anzi qui ce n’è già una per voi…non ditemi che non vi sono avanzate lenticchie!

Ecco una ricettina su come riciclarle…tratta da India in cucina.

Disporre 200 g di riso basmati con un cucchiaino di sale in due tazze di acqua (5 dl). Portare a ebollizione, coprire e cuocere per 20′, poi far riposare 5′ coperto.

Tostare in 2 cucchiai di olio 4 cucchiai di lenticchie (rosse) lasciate in ammollo per un’ora, scolate e asciugate. Unire 1 cucchiaino di semi di senape nera e due peperoncini, privi di semi. Grattugiare dello zenzero fresco.

Cuocere qualche minuto, aggiungere curcuma, del succo di limone (poche gocce!) e 8 foglie di curry (io non l’ho messo). Aggiungere il riso, rigirarlo nel condimento.

Facoltativo: condire con 50 g di anacardi tritati e servire.

***

Narra la Bibbia che Esaù, di ritorno dalla caccia, vendette la propria primogenitura al fratello(gemello)Giacobbe,pur di mangiare le lenticchie da lui preparate…

Alla prossima!


12 commenti

Riso pilaf alla menta.

Le risaie, prima di essere la culla dell’alimento principale di oltre la metà della popolazione mondiale, sono una delle dimostrazioni più eloquenti del rapporto tra coltura e cultura: fare spazio a un cereale proveniente dall’estremo oriente, modellare la pianura anno dopo anno, progettare una rete di canali e di fossi e ripartire il terreno in «camere», come se i campi fossero il disegno a cielo aperto della pianta di una casa in costruzione, con le paratie e le chiuse al posto degli usci… Tutto questo richiede l’assunzione di un preciso modo di pensare e di porsi in rapporto alla terra, all’acqua e agli altri, non fosse che per coordinare il momento cruciale in cui il terreno seminato viene ricoperto da un velo e diviene terra d’acqua.

(Enzo Bianchi della Comunità di Bose su LaStampa.it)

***

 

Non vi nascondo -e penso che non sia successo solo a me- che durante l’estate c’era un pensiero che ogni tanto faceva capolino…cosa s’inventeranno quelle meravigliose pazzerelle del MT Challenge (??!!?) …e ancora non ci credo, e sapete perché?

Perché dopo aver conosciuto il tema della prossima “sfida” ho capito di aver perso tante di quelle occasioni fornellose con il riso, preparato sovente e tristemente bianco o in risotto, cotto in fretta, sbagliando magari la scelta di una varietà piuttosto che un’altra,e di conseguenza la tecnica di cottura migliore.

Ma grazie ad Annalena il riso non ha quasi più segreti!Perciò, con fare (stranamente) deciso,ho aperto la dispensa,dove giaceva dimenticata una confezione di riso basmati prodotto in Italia (!) ed è iniziata un’esperienza “multisensoriale” …..

va bene su, basta con questi particolari scabrosi:

eccovi ingredienti e procedimento, ma il consiglio è quello di passare dal blog di Acquaviva per ogni vostro dubbio.

Riso pilaf alla menta

Liberamente tratto da “India in Cucina”

Per 6 persone

  • 350 g di riso basmati
  • 50 g di foglie fresche di menta
  • 50 g di noce di cocco fresca grattugiata
  • 2 peperoncini
  • 1/2 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere
  • 1/2 cucchiaino di cannella in polvere
  • 1 cucchiaio di olio e.v.o.
  • 4 cucchiaini di sale

  1. Unire a parte  la menta ben lavata, in cocco grattugiato (se si usa quello secco bisogna farlo rinvenire con un po’ d’acqua), i peperoncini privati dei semi e tagliuzzati, i chiodi di garofano e la cannella in polvere e, utilizzando un frullino, ridurre il tutto a una pasta.
  2. Sciacquare il riso sotto l’acqua corrente. In una casseruola a fondo spesso, scaldare l’olio e aggiungere la pasta speziata, cuocendola per qualche minuto, mescolando in continuazione (passaggio molto importante).
  3. Unire il riso, amalgamarlo con un cucchiaio di legno, quindi aggiungere un volume  di acqua bollente, pari al doppio di quello del riso, e il sale,come descritto anche, anzi principalmente, da Acquaviva.
  4. Coprire e cuocere per 15-20 minuti, finché tutta l’acqua è stata assorbita. Lasciare coperto fino al momento di servire.

 

Con questo piatto

partecipo al MTC n. 41

sulle tecniche di cottura del riso

😉

e

perdonate

le foto

con

lo

smartphone…

tanto non son brava uguale…